Maternità

La mosca e la montagna

Comunque nessuno schioderebbe, Sarah all’invito di andare più vicini al ghiacciaio «comunque con un giro breve, amore», ribatte «il ghiacciaio si vede già da qui. E poi se vuoi il ghiaccio basta aprire il freezer»

Maternità

Sarebbe come andare via senza salutare

Allora grazie. In ordine sparso e confuso come fa il salvadanaio del cuore, al rimescolare dei passi. Grazie a Sarah in quella maglietta blu accesa fuori dai cavalli… Grazie a quei giorni al lago… Grazie per quelle mattine che arrivate uno per volta, grazie a quel giorno che pioveva

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I beffardiMaternità

Percorsi da incubo

IO NON TORNO GALVANIZZATA E FIERA. IO TORNO, SEMPLICEMENTE, SFATTA   Ho un rapporto alquanto conflittuale con la paura. Per quanto io cerchi di rigirarla come sfida, al pari di un boccone in bocca, quella sempre tale rimane: paura. È con spirito comunque fiducioso e intrigato che mi lancio all’attacco del percorso avventura promesso a Patrick: quello rosso, il più …

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Maternità

Il prima e il dopo

Non so se esista un nome, per quell’emozione di paura che non teme e che, pure, pare vibrare nello stesso modo di un piccolo spavento. Il disagio che proviamo quando un luogo non ci somiglia, non suona accogliente a qualche anfratto di noi che la ragione non comprende

Maternità

L’amore comincia un mucchio di volte camminando

Le cime che non pretendono niente, non ti obbligano come la vita: stanno lì e lì staranno, che tu ci vada o meno, che passi sotto, accanto, sopra. Quelle ti lasciano fare. Però sono anche signore, perché gli piace essere guardate. E mentre le guardi il tempo s’è fatto da parte, il fiato è il solo metronomo, e dopo un po’ sei tu e un cuore che s’è messo buono a recitare i suoi ritornelli, ossequioso come un chierichetto.

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I beffardiMaternità

Calcificazioni

Faccio il gioco di guardarlo a pezzi, un pezzo dopo l’altro, e ricomporre da quale squarcio risulti già indiscutibilmente bono. Di solito mi basta il mento, una spalla. Ebbene il primo ritaglio di oggi è malauguratamente i bambini che lo zavorrano, il pensiero immediato è “figo. Peccato che ha figli.”