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Maternità

I piedi ancora sull’orlo

Mathias è dovuto tornare quattro volte: ho paura, dice lei. Alla fine la convince a dormire sul divano in salotto.
Ripensare a tutte quelle notti è facile, è rapido.
Come abbiamo potuto credere che fosse tutto passato? Come hai potuto farlo, Professore?

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Maternità

Devo dirti grazie

Mi reggevo ai buoni segnali che arrivavano, alle forze che scaturivano dai punti saldi, ai corrimani degli affetti: poche volte ho pensato davvero come stavi tu, alla tua lotta. Pensavo a sopravvivere, a tirarci fuori.
Così lo faccio adesso.
E mentre ti compro un menu che poi mi confezioni nella sua scatoletta coi manici so che non te ne sei mai andata.

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Maternità

Amare non è poco

Non è colpa mia.
Ho bisogno che tu lo dica, Professore. Non perché sono questa gran donna, potevo anche annegarci in quelle sentenze che rivendicavi: ho tenuto duro. Ho bisogno che tu lo dica perché io lo sapevo che amare non è poco.

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Maternità

Tocca a noi. Partire

Giulia ha regalato un peluche a Sarah, veniamo via da quest’ultima seduta prima delle vacanze. Lo stringe a sé con tenerezza, noi stringiamo mani, buone ferie.
Siamo qui, su quel punto che spezza la retta, vicini alle foto che affollano i social da tempo, mari e montagne altrui, bambini in costume. Tocca a noi. Ce la facciamo

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Maternità

Risposte

– Forse però la piccola sente la sua tensione.

Te l’ho detto, Giulietta: sono tesa. Penso anche che nessuna sarebbe disposta a diventare madre se le dicessero “non potrai mai e poi mai arrabbiarti né lasciare che si veda.”

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Maternità

Una famiglia per bene

Invece può succedere a tutti, sai? Che sei perfettamente in bolla, cazzo quanto sei dritto, sei il filo a piombo della maternità, le brevi oscillazioni si sono ammortizzate subito, vai giù diritto che sei una meraviglia. Eppure lo smacco ti arriva uguale, ti becca lì in mezzo alla fronte come il colpo d’un cecchino.

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Maternità

Io sono appena dietro

Mi manchi in questa casa in queste ore come manca chi è lontano nei gesti. Sarebbe diverso, vedere il tuo letto con le bambole che Isabelle ci ha messo, oppure trovarvi lei che ci si infila. Sarebbe diverso il tuo posto non più conteso a tavola, e anche i disegni che stremano il davanzale. I tuoi capelli sul pavimento, quelli rimasti annodati in elastici che intorno raccontano le tue traiettorie.
Se fossimo ancora perfettamente “noi”.

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IntermezziMaternità

Il cavalcavia

Stai lì, ti schiacci in dieci minuti. Sono sfollati i genitori, si sono presi i figli. Il punto di ristoro che avevo chiesto. Non me l’aspettavo così. Fa un po’ come quei bei paesaggi rurali, le spianate tra i campi, le risaie. E poi ci montano sopra un cavalcavia. Sarah, questa situazione: è il mio cavalcavia.

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Maternità

Sospesa

– Se no la ricoveriamo. Cinque giorni, la ribaltano come un guanto e vediamo.
Si è segnata il mio numero di telefono su un foglietto, ci ha messo accanto una freccina rossa, la ricalca due volte con la biro.

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Maternità

Stlüt: passo e chiudo

Partiamo dopo le prime due dosi di antibiotico e dieci puntate in bagno. La macchina piena, seduti dietro, voi, tu al finestrino. Lo sai qual è il bagaglio più grande? Quello che riempie il baule, che mi porto dentro a ogni sosta? Noi: ho bisogno di mollare i pensieri come quelle bestie sull’autostrada nell’afa. Legate a un guardrail