Altre Verità

Amarsi

La mia storia la conosci. Te la ripeto in mille voci e mille sere, nei viaggi coi finestrini accesi al buio, le folate dei miei capelli, davanti all’autoradio. Mi dici non importa, posi quel mento ossuto a pungere di barba una tempia: “Io aspetto.”

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Scarpe basse

E fu il Salone. Il grande fermento.
A ben pensarci fu una gran cazzata decidere di vedersi proprio allora. Uno di quegli appuntamenti che partono mesi prima, e poi scusa non posso, e dobbiamo rinviare, e avevo dimenticato un impegno. Mi sono ammalata ti richiamo.
– Vado al fuorisalone. Ci vediamo?
Perché non hai detto no, Daria? Che te ne fotte, a te, di quel design che comanda sorrisi a bacchetta, di tanti fricchettoni compiacenti, di tutti quei crapetti luccicanti di lusinghe?

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L’equivoco

Comincia a scrutare, se viene a piedi, col motorino, se ha quella giacchetta di pelle, oppure la felpa rossa che di solito lega storta in vita, così bassa da arrivargli a mezza coscia. Vorrebbe il coraggio di una sigaretta, mettere le mani da qualche parte, invece se le passa due volte, tre, sulla maglia, sgualcendola un po’.
Fa due passi verso le vetrine, le servono a controllare capelli e mise, quelle sue gambe scolorite che scappano dai jeans. Ogni minuto che passa la bellezza si sfianca, ero migliore appena uscita, fallo arrivare, dice a un dio che non ha.
E finalmente è lui.