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Altre Verità

Una presenza gentile

Seduta esattamente davanti a me, nella staffetta dei posti a tavola.
L’ha capito, che qui siamo un po’ in burrasca, che quella spuma ariosa dei figli fa presto a diventare catrame. Una volta mi curavo di mettermi su un sorriso e poi modulavo la voce, come t’insegnano quando t’insegnano a cantare, la respirazione, il diaframma. Mi piaceva dare l’idea, cercarla, di essere una buona madre.
– Come sono le tue mattine, allora?

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Altre Verità

Sono tua zia

Sono quella che venne un mucchio indecente di anni fa. Che venne un sacco di volte. Prima dei miei figli, tra un amore e l’altro, un lavoro e l’altro, quando il nomadismo del cuore si accordava agli aeroporti

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Altre Verità

Il matrimonio

I bambini erano contenti perché avremmo preso il metrò. Io sento il valore, più che il cerimoniale. Non l’ho pensata come questa grande cosa, mio cugino non è uno da giacca e cravatta, poi farà questo rinfresco in un parco semplice e nudo dalle nostre parti, sotto l’acqua prevista dai meteorologi. Lei è già la madre delle loro due figlie, vivono insieme da quanto? Ne parliamo lungo la banchina, Mathias si è infilato una camicia casual, io ho i jeans e gli stivali invernali, la giacca abbottonata

Altre Verità

Gli imperscrutabili

Strana specie, i parenti. Coinquilini di cui conosci inutili abitudini e ignori grandi fatti esistenziali.
Gente con cui mai ti fermeresti a parlare, e cui sei costretta da un legame mai scelto. Persone di cui potresti innamorarti, ma che resistono al veto imposto dal sangue. Destinatari di domande infattibili, di silenzi imbarazzanti, di scambi che svelano intimità possibili. O valichi insuperabili.
Ne ho a bizzeffe, io. Li ritrovo, tutti insieme, di tanto in tanto…