Altre Verità

I matti sono liberi

Oggi s’è presa una panchina e ha fatto il feto in braccio a quella. E in fondo quante volte non l’abbiamo voluto anche noi? Morire su quattro lische di legno alla portata di tutti. E poi rinascere quando qualcosa ci fa click dentro. Quando la pioggia smette i suoi insulti e una voce bianca e buona, gorgoglia: «Rialzati».

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Maternità

Se decidi di restare a casa

Devi sapere che ci vuole coraggio per lasciare il piccolo. E, molto, ce ne vuole per restare. Le giornate si distingueranno in buone e cattive in base a: quanto ha mangiato, quanto ha dormito, quanto ha pianto. Quanto ha obbedito. Se sei riuscita ad andare in bagno da sola, se ti sei sentita una buona madre. Devi sapere anche che sbaglierai sempre: se ti prendi uno spazio, pretendendolo. E se ci rinunci, immolandoti. Nel primo caso sarai egoista. Nel secondo sarai una mamma che “ama troppo”.

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Intermezzi

Le cose a metà

È un buon segno, quando lascio le cose a metà.
Se non c’è il vago tremore della foga, se le mani sono salde e danzanti, è un buon segno.
È il passo cadenzato dal desiderio. E non importa se sfugge alla logica, né se pare l’inerzia incantata di un bambino. Anzi, a me piace.
È il salto giocoso della curiosità. E non importa se poi non scopro chissà cosa: riscopro, almeno, la mia ingenuità.

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Maternità

Il controviaggio della maternità

RITORNARE, POI, RIPROVARE LE DIVISE ACCANTONATE: È UN ALTRO VIAGGIO

Noi molliamo tutto per un viaggio.
Chiamato “figlio”.
Lo allattiamo, lo culliamo, lo interpretiamo. Accatastiamo, da un lato della stanza, le nostre vecchie divise.
Perché quando la giostra parte tu puoi fare due cose: ostinarti a salvaguardare un cencio della tua vita. A non farti corrodere.
Oppure: puoi salire e girare, nella meraviglia centrifuga della maternità.

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Altre Verità

Novità e solitudini

Aspetto lo scatto, la fine della canzone. Corro giù per lo sterrato, e poi su, oltre il ponte con le sue acque agitate. La mulattiera delle lumache senza guscio, delle grandi cacate di cavallo. Saluto il cavallo nero che chissà “dov’è andata la sua mamma?” e finalmente sono di nuovo a casa. Sulla porta c’è un cuore di campanelle. Scodinzola come un cane quando arrivando la apri.

Altre Verità

Prospettive

Lui e il suo cagnetto senza arte né parte.
Una volta lo incontravo con la fidanzata: “Uscite per un aperitivo? Ah, bei tempi…”
“Ma che aperitivo, quello ormai è roba vecchia, non si fa più. Si esce per un calice di vino.”
Un calice di vino.
Poi dei tre sono rimasti due: lui e la cagnetta. Il mattino alle otto, la sera alla stessa ora. Esatta. Forse anche il vino è sparito, chissà…