Altre Verità

Speciale covid e Vita – Per cosa ci battiamo?

E oggi, che ci battiamo perché le scuole restino aperte, per cosa ci battiamo? Di cosa abbiamo paura? Che i bambini non studino? Che  si interrompa la sacralità di questo sistema sforna-cittadini, sforna-lavoratori, sforna-soldati operativi? Che cosa vi spaventa?

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Maternità

Per insegnare il coraggio bisogna prima di tutto che la scuola sappia sceglierlo

I maestri vittime di genitori apprensivi non cerchino la colpa in questi ultimi, ma la paura in sé stessi. O cambino lavoro. Perché insegnare è un mestiere di coraggio. Forte e viscerale come una gestazione. Sangue e palpiti, scambio, sudori, liquidi, impeti, ere, nascite, morti. Vadano a fare le cassiere. Vadano a spostare bancali di surgelati. Lavoro dignitosissimo, ma dove non è richiesta la viscerale partecipazione al concerto della crescita.

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Altre Verità

La verità da cui scappiamo

Se andiamo sotto, ed è questo che oggi vorrei fare, siamo tutti identici: tutti, indistintamente, troveremo qualcosa da cui stiamo ripetutamente scappando

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Maternità

Compiti: finte ragioni, vere ossessioni

I compiti e le lezioni da studiare, invadendo lo spazio libero del bambino fuori da scuola, vengono percepiti come ingerenza e portano a ribellarsi allo studio. Perché, per fortuna, un bambino sente che gli si sta togliendo qualcosa di suo

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Maternità

Se adesso Bea piangesse

Se la smettessimo di muoverci con il bianchetto emotivo per cui solo qualcosa, di quel grande mondo che sono, è consentito e accettabile.
Se adesso Bea piangesse liberamente, se sua madre dicesse che va bene così, che gli altri sorridono e presto sorriderà anche lei.

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Maternità

La mia fragilità

Il Comune non ha dato l’agibilità per la maggior parte del cortile. Le educatrici aggiungono altri veti. Il Comune doveva ritenere non idoneo non il giardino ma la struttura: una struttura dove non si può stare fuori non è idonea per un campo estivo.

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Maternità

Il cielo da una bocca di lupo

Ai miei tempi erano pochi gli sfigati che restavano a scuola fino alle 4 e mezzo, il famigerato doposcuola dei figli di madri lavoratrici. Però facevano i compiti. E uscivano in cortile. E quando tornavano a casa potevano giocare. Adesso no. Adesso siamo attenti a tutto. Tutto a misura di bambino. Però poi gli diamo un orario lavorativo (non certo a misura di bambino), i compiti la sera. E nessuno dice niente.
Gli togliamo il giardino, gli vietiamo di scatenarsi. Otto ore di scuola e il gioco libero è il giro dell’oca, seduti. La raccolta dei Cucciolotti.
Vogliamo i figli cavia, i criceti nella gabbietta.