E oggi, che ci battiamo perché le scuole restino aperte, per cosa ci battiamo? Di cosa abbiamo paura? Che i bambini non studino? Che si interrompa la sacralità di questo sistema sforna-cittadini, sforna-lavoratori, sforna-soldati operativi? Che cosa vi spaventa?
Quello che tutti cercano
Non c’è la geografia e poi c’è l’amore. Non c’è la natura e poi c’è l’amore.
Non c’è la fotosintesi clorofilliana, i fenomeni atmosferici, i movimenti geologici, l’astronomia, la biologia e poi c’è l’amore. Non c’è la scienza e poi «cerchiamo di volerci bene». L’amore è la sostanza stessa delle cose.
Nascere
È come costruire una diga e poi vivere sempre a valle. Lamenti che l’acqua è poca. Lamenti i temporali in cui l’acqua esonda. Di quella diga non hai memoria.
Sarà sempre colpa di chi ci piove dentro, di chi te la risucchia.
Eppure l’acqua è acqua, e circola come circola tutto.
Ora so cosa è successo: ora ho scoperto la diga.
Ai sogni non piace la parsimonia
Il primo coraggio che serve, nella vita, è quello di lasciare ai sogni di venirci addosso
Non si lascia ciò che non sei pronta a lasciare
Non si lascia ciò che non sei pronta a lasciare.
Perciò sii gentile. Ti prego, sii gentile.
Quello che non riesci a fare non riesci a farlo perché hai dei tempi. Non è solo il germoglio, non è solo il seme, il fiore, la pianta di cui si dice sempre. È anche morire, marcire, decomporsi, sciogliersi: che richiede tempo.
L’amore è la distanza esatta
Ama l’attaccamento perché amandolo si scioglie. Ama il distacco, perché vedendolo lo riduci.
Ama perché amando osservi e ciò che era addosso, diventa a una giusta distanza. E ciò che era lontano, rifuggito, è portato vicino.
L’amore è la distanza esatta.
Quello che siamo
Mi daranno dell’idealista. Ma non sono io, idealista: siete voi, chiusi nelle menti, che hanno ordinato il modo di vivere, che hanno creato un sistema dove tutto è preconfezionato e nessuno grida: che l’imperatore è nudo.
Arriverò di là
Ma io un giorno arriverò di là. Sarò tra quelli che non ci sono riusciti, a solcare i mari senza scia. Sarò tra quelli che hanno sempre rombato col motore del cuore come un frullatore. Sarò tra quelli che la vita li ha azzoppati. A quelli fragili e potenti come noi, già sciancati dalla nascita, la vita mozza anche l’altra gamba. Sarò tra quelli che a un certo punto un incidente, un tumore, un licenziamento o un grilletto psichiatrico gli ha fatto saltare la vita e la testa. E cosa succede quando ti salta la testa? Che cominci a usare il cuore.
L’intimità è saltare insieme nell’ignoto
L’abitudine, di vedersi nudi, in pigiama, di sapere quanti cucchiai di zucchero in un caffè, quale dolce preferito, come ti siedi, come cammini: non è intimità. A volte, è fuga da essa.
Si sta dove sai che si tocca, come in mare, fai l’Adriatico del rapporto, puoi andare per lungi passi affondati e intanto hai sempre il culo asciutto.
Nella salute e nella malattia
La vita non le farebbe, queste differenze che facciamo noi. Non le farebbe, le fazioni. Che se io sono contro le mascherine allora me ne fotto di chi muore.
Cos’è la vita
Sei quella persona che adesso legge qui e impara, piano, che è tutto un grande inganno, questo di dire stai buona, stai al tuo posto, la vita è tutta qui.
Inarrestabile
La vita vuole la vita. Quando rispondi, sai che la gioia di sprofondarci dentro, come è stato in quei campi di papaveri, di erba alta, è il solo antidoto alla paura.
Qui e ora
Bisogna accettare che la scomodità che sentiamo è inevitabile. Chi la mette nel fare, chi nel dire, chi nel nulla. Si riesce, in questi giorni, a stare scomodi anche sdraiati su un divano. Scomodi anche in sé stessi. Le battaglie che facciamo fuori rispondono al senso di responsabilità ma anche al bisogno di controllo, di sentire che abbiamo ancora una voce, un potere. Che esistiamo. È umano. Siamo mosche impazzite. È umano anche questo
Un giorno sarà sabato
Accenderai i social e troverai gite fuori porta, foto che superano il lavello stanco delle stoviglie, e i collage dei figli come se fosse un inverno interminabile. Chiusi nelle cucine, nelle cucce inventate sopra i letti. Nelle tende che lavi perché hai tempo. Nei divani spostati per darti l’illusione di aver cambiato ambiente.
Ti prometto: un giorno sarà sabato.
Domenica mattina
Non sarà valso a nulla, uscire da tutta questa storia come prima.
Non sarà valso a nulla dire: «Ne sono uscito più forte».
Non stiamo cercando di rinforzare le difese: la sfida è opposta, è lasciarle cadere. Smettere di indurirci. Diventare leggeri e onesti a noi stessi
Stare nella Vita per quello che è
Abbiamo fatto un sacco di progressi nel curare la malattia. Ma poco o nulla nell’accettarla.
Abbiate cura
Se la parola «divieto» vi fa paura, sostituitela con «responsabilità».
Se la parola «responsabilità» vi opprime, sostituitela con «cura».
«Cura» non nel senso medico del termine ma di «take care»: prendersi cura, accudire.
Ineguagliabile
Se tu provassi a vederti, o a fare una canzone, di te.
Vedresti che sei quella grandezza che degli altri ti pare evidente.
Una cosa chiamata desiderio
Ci sono desideri che nemmeno percepisco, perché la diga della paura li ha già cassati. Perché i «se» hanno già costruito barriere. E ci sono desideri che crediamo tali mentre sono debiti.
Il momento che ti metti la testa tra le mani sei già sconfitto: stai facendo conteggi, ma il desiderio è sgrammaticato, impreciso e una capra in matematica. Più sfogli i pro e i contro meno senti. Sarebbe come decidere un ti amo davvero da una margherita.
Perché non hai pianto, quella volta?
Perché non hai pianto, quella volta? Sotto quel banco a scuola, dentro un paio di guanti verso il metrò, in un vagone per un luogo che non vuoi più, davanti a quel volto stabile di tua madre, dietro a quell’uomo che se ne va, accanto a un’amica che non sa capire e in fondo alle scale di un palazzo? Nel chiasso delle giostre, in quella lattina che vi passavate e nell’ultimo giorno di stelle… Per un buon motivo e per nessuna, valida ragione.
E questo è già volare
Dai alla vita e alle sciagure il nome che più ti salva il cuore. Non il culo. Il cuore. Ma non perdere il resto di lei, della vita, e di lui, del cuore, a cercare senso a tutto, perché alla fine avrai fatto milioni di domande e ottenuto forse una o due risposte. Ma la tua vita, intanto, chi la vive?
A-proposito
Il mio proposito non è uno per un anno, è uno ogni giorno.
Non è una decisione, perché le decisioni sanno di forza, e invece scelgo la delicatezza.
Non è un impegno, perché l’impegno sa di fatica, e invece scelgo il desiderio.
Non è mentale, perché la mente ha gambe corte come le bugie. E invece scelgo un fremito.
Non è un target esatto, perché se mi concentro su un punto, perdo tutto il resto.
Il mio è un a-proposito: a proposito di me.
Quando una madre non basta
Imparare a fluire un po’ di più sembra cercare di scendere un fiume dove però un miliardo di stronzissimi castori continuano a fare dighe. Non so se mi spiego. Sì, so che mi spiego.
Il primo abbraccio che ho chiesto
Forse era da sempre, che io un abbraccio non l’ho chiesto. E invece si dovrebbe saperlo fare. Senza aspettare le gioie che saltano fuori come i canguri dai marsupi. Senza la scusa di un addio o di un ricongiungimento. Senza che un dolore o un lutto ci raggruppi le membra intorno a un corpo
Provo a togliere
Provo a togliere i «ma allora» e i «dovrei»
come si taglia un bordo ad appunti non miei.
Provo a smettere di essere un ruolo
che è come un palo puntato al suolo…
Prossima fermata io
Bisogna sbucciare il cuore da tutto quello che ci abbiamo messo su. Il cuore mica ha così freddo. Ha freddo solo se lo tieni nascosto
Non stare con chi ha già deciso chi sei
Non stare con la gente che ti fa sentire un manichino. Che non apprezza quello che sei. Che non aggiunge valore alla tua verità. Che non sa cosa farsene della tua ricchezza.
Non stare con la gente che quando arrivi non ti chiede «raccontami quello che ami». Perché tu sei quello che ami.
Il viaggio
Per me i più forti sono coloro che hanno smesso di diluirsi nelle cose e nelle credenze, che sono andati sotto a prendersi, costi quel che costi. Chi è libero, chi conosce la propria, squisita verità.
Buongiorno a me
Vorrei che mi svegliasse lui, quel cuore matto, prendesse l’orologio esatto del perfezionismo, e levasse le pile. Oppure gli bisbigliasse fai silenzio, qui c’è una donna che sta venendo al mondo. E lo disarmasse.
Perché ogni mattino è venire al mondo.
Di chi devi essere?
Fatti una foto senza figli.
Non perché ti eri appena cambiata taglio di capelli. Non perché stringi la mano del tuo uomo. Non perché ti hanno appena promossa al lavoro, hai presentato un progetto, hai pubblicato un libro.
Quale ottima ragione ti serve, donna, per farti una foto?
Di chi devi essere? Di una laurea, di un uomo, di un figlio, di una casa nuova, di una vetta, di un’isola tropicale, di un Mojito, di cosa o chi? A chi devi appartenere?
Non dire chi se ne frega
Non dire «pazienza, chi se ne frega».
Se avessi pazienza, saresti leggera. Invece ci stai pensando ancora.
Se non ti fregasse, saresti già andata oltre
Se è uno spigolo. O il cappello d’un mago
Ci sono persone che si sono viste la barca rovesciata. Così: una grande onda, mica che l’avessero vista prima. Quando le incontri, anni dopo, ti confessano di aver amato quella grande tempesta: se non c’è una crisi tendi sempre alla permanenza
La meccanica del cuore
siamo quello che siamo quando abbiamo tolto i nostri sovrasistemi. Siamo la verità di una piscina che intorno ha il fango.
Ma bisogna andarci piano, con le emozioni. Trattarle con cura
Il punto fermo
La vera positività non è «sperare». Perché quando poi le speranze si spezzano, se le avevi dentro, ti squartano, tagliano, uccidono. E se le avevi fuori, allora non le avevi.