Altre Verità

Speciale covid e Vita – Per cosa ci battiamo?

– Tre puntate per scavalcare la pandemia e riportarci dalla parte della Vita


E OGGI, CHE CI BATTIAMO PERCHÉ LE SCUOLE RESTINO APERTE, PER COSA CI BATTIAMO? DI COSA ABBIAMO PAURA? CHE I BAMBINI NON STUDINO? CHE SI INTERROMPA LA SACRALITÀ DI QUESTO SISTEMA SFORNA-CITTADINI, SFORNA-LAVORATORI, SFORNA-SOLDATI OPERATIVI? CHE COSA VI SPAVENTA?

 

Io una cosa devo dirla.

Inorridiamo per le restrizioni imposte non dal covid ma dal governo. Per le scuole chiuse. Per le uscite ridotte. Per le sofferenze dei bambini.

E abbiamo ragione.

Fino a un po’ di tempo fa molti ci cascavano: «È necessario, in ogni caso non è mai morto nessuno anche se ci limitiamo un po’».
Adesso invece, per fortuna, sento una grande reattività in difesa dei bambini. Campagne per tenere le scuole aperte, educatori che si schierano.

Ma io, una cosa, devo dirla.

Quando i bambini si comportano «male» e li sgridiamo dicendo che sono sbagliati, dov’era la nostra cura?
Quando pretendiamo di plasmarli, dov’è la nostra cura, e dove sono i loro diritti?
Quando devono rispondere alla nostra gratificazione, dov’è la nostra cura?
Quando siamo felici per un buon voto e poi deluse per un quattro, dov’era la nostra cura?

Quando abbiamo accettato di vivere in condomini di nove piani alienanti e anonimi… dov’era la nostra cura?
Quando era «normale» lavorare da pendolari, impiegare due ore della giornata, ogni giorno, per andare in ufficio, e poi altre otto chiusi in un cubo a processare dati… dov’era la nostra cura per la Vita?
Quando abbiamo scelto di passare un sabato in un centro commerciale, in coda in tangenziale, e poi scappare solo due settimane ad agosto, a recuperare la vita… dov’era la nostra cura?

Quando iscriviamo i figli, bambini di sei, sette anni, in una scuola dove stanno seduti otto ore, dove devono accaparrarsi il sette in tutte le materie ed essere come tutti, dove devono dimostrare sempre di meritare di esistere, dove dimenticare la gioia di vivere e imparare che la vita è dovere, integrarsi nel «Sistema», obbedire, perché «l’adulto sa»: dov’era la nostra cura?

Quando ci offendiamo o restiamo deluse perché non hanno fatto i compiti, perché non si adattano al mondo: che mondo è, che vogliamo? A quale mondo, li stiamo preparando?

Quando ci lamentiamo della quarantena, dei limiti imposti e dimentichiamo che abbiamo sottoscritto un intero paradigma basato sulla separazione, sull’arrivismo, sull’isolamento, sulla produttività, sul controllo e il raziocinio, sulla paura, sul dominio dell’uomo-macchina sulla naturalità della Vita… dov’era il nostro essere VIVI?

E oggi, che ci battiamo perché le scuole restino aperte, per cosa ci battiamo? Di cosa abbiamo paura? Che i bambini non studino? Che si interrompa la sacralità di questo sistema sforna-cittadini, sforna-lavoratori, sforna-soldati operativi? Che cosa vi spaventa?

Perché ci spaventiamo solamente adesso?

Cosa vi fa più paura? Che si rompa un Sistema? O sospettare, finalmente, quanto sia obsoleto: vederlo, vederne le costole scarnificate dai protocolli covid?

Pensieri rotondi

⇒ Leggi la prima puntata: Un anno


Post ispirato da #giulemanidallascuola
[Photo by Alberto Triano on Unsplash]

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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