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Eventi

Jacopo e altre meraviglie

Da parti lontane, di mondo e di cuori. Da angoli diversi di vite, prospettive e sentimenti, si genera piano il Natale, come dal ventre della terra. Riaffiora in forma di energia, sa di vecchio e di nuovo, di fine e di inizio.
È un aeroporto senza mio padre: un volo che arriva dalla Norvegia. Mia sorella e le tre bambine, volti che emergono dagli anni in cui le cullavo, mi arrivano addosso già piccole donne, con la storia del tempo.
È una strada del centro, il passo contromano mentre tra carte di regali e negozi affollati foro il buio, il freddo verso una via d’ospedale.
È la corsia al secondo piano, camere a due con la vita al quadrato: mamme da poche manciate di ore fluttuano appese a sonni sottratti e corpicini che inondano.
Lei è seduta, le gambe piegate, gli occhi spalancati sotto gli occhiali, la stanchezza bella. Busso piano alla porta, infilo un piede: com’è lontano il brusio, com’è lontana la gente. La testolina di Jacopo rossa come una pallina di Natale, sul ramo della madre. Nato da un attimo, nato da anni, vapore che ha condensato in fatiche e pianti: e adesso nevica il suo miracolo.
Si è preso un posto nella sua pancia, si è preso un tempo che ai grandi sfugge, si è scelto un giorno speciale, che ci ormeggiasse tutti alle buone intenzioni, ed è venuto al mondo.
È un’ora tesa come un filo, sotto un pensiero: fuori dall’incanto del mio primo nipotino sta già svenendo il giorno, ritorno madre dei miei figli, della piccola cui manca ancora un dono. Devo obbedire a questo dolore sordo, ho Isabelle nei passi, corro nell’unico negozio per bambini che incrocia la mia urgenza.

Fonte: pianetadonna.it

Fonte: pianetadonna.it

Una fisarmonica di tempi che mollano e poi stringono ancora, dalle ultime cose da impacchettare, alla foga buona della mattina di Natale, il giorno si versa nel salotto dei nonni come un buon vino: hanno lasciato uscire mio padre, ha lasciato all’ospedale la fiacchezza e il suo pigiama. Sta seduto con noi a tavola, poi dal balcone del sofà spia tra occhi lucidi la giostra dei bambini che scartano altri doni. Isabelle ride e tenta i primi passi, scende a carponi e inciampa nel nuovo vestito rosso. Patrick e Sarah giocano mischiati alle cugine che non vedono mai, mio fratello diventato padre passa veloce, è come sempre, come mai, con un telefono in mano che stringe una vita enorme in uno schermo minuscolo.
Piatti e posate, giochi, valigie. Lingue diverse, diversi viaggi e momenti di storia: si è preso tutto, questo giorno, insieme alle mie candeline, al compleanno che un po’ mi duole, e ce l’ha consegnato in una forma insolita e perfetta. Come l’asterisco impeccabile di un fiocco di neve. Che con lo zelo preparato per mesi ricopre tutto, sposa l’attesa di bianco.

fiocco

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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Commenti 4

  1. Impastastorie

    bellissimo racconto! Mi hai commossa! Benvenuto al mondo piccolo Jacopo! Tanti auguri ancora a te! <3

  2. emy

    bellissima la pagina sul Natale. L’avevo gia’ letta tempo fa. Mi ha veramente commosso. Fantasticamente scritta.

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