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I beffardi

Gusci sotto i denti

LISTA ANTIPATICA DELLE COSE CHE MI STANNO ANTIPATICHE

 

Non sono indicibilmente accomodante, lo ammetto. Ma una risata espande i polmoni, e allarga la prospettiva. Perciò sorridendo io stessa di cotanta allergia al vivere (che poi è anagramma di allegria), vi dedico una lista di tutte quelle cosucce che hanno il (facile) potere di infastidirmi come sassolini nella scarpa. O gusci sotto i denti, se preferite. Logicamente minimal.

  • Attendere una telefonata. Evento alquanto urticante.
    E non è che una volta, innamorata del brufoloso di turno, amassi l’attesa. Indipendentemente dal soggetto chiamante mi dà decisamente fastidio quel limbo sospeso nel quale, alla fine, non ho modo di concentrarmi, dedicarmi ad attività impegnative, o squisitamente personali (o le due cose insieme), e mi tocca passare il tempo piegando mutande. L’escamotage di precedere il chiamante telefonandogli io stessa solitamente si traduce in costo monetario e sorte infausta: “Sì, no, adesso non c’è. La faccio richiamare.”
  • Trovarmi sotto la doccia senza docciagel, debitamente esaurito da marito esaurito (non è un refuso). E non rimpiazzato. (A quel punto, Mathias, inutile che mi allunghi teneramente il flaconcino nuovo che recita doccia-relax allo Ylang Ylang).
  • Essere osservata mentre mi trucco. Che è un po’ come misurare i lavori di ristrutturazione e scoprire il budget. Prego astenersi. Limitarsi a un lieve wow, alla mia sortita dal bagno.
  • Chi non dice grazie.
  • Chi non sorride mai. Chi sorride sempre.
  • Quando il latte fa il getto di colpo, fuori dalla tazza.
  • Quando il cucchiaino appena lavato cade nella zuppaglia sporca delle altre stoviglie del lavandino.
  • Quelli che guardano dentro quando passano davanti alla mia cucina.
  • Gli aggiornamenti di Windows. Nessuno al mondo è ancora riuscito a capire come disinstallarli.
  • Le camicie. Celebre l’osservazione di mio marito anni fa quando dinanzi al mio gaudio poco convincente per il regalo che mi aveva fatto si espresse: “Siccome non ne hai…”. Eh: appunto.
  • Quando cambi una virgola in un commento Facebook e “modificato” lo dice a tutto il mondo.
  • Quelli che invece di rispondere alla domanda, la riformulano. Del tipo: – Ma come mai Natale è diventato una festa sacra e pagana, e così grande? – Eh, perché nel tempo si è aggiunta la parte non religiosa, popolare, poi via via si è ingrandita.
  • Quelli che la neve in città gli dà fastidio.
  • Cambiare l’acqua ai fiori e, soprattutto, lavare il vaso. Per quanto mi riguarda dovrebbero creare dei vasi usa e getta. In mancanza di questi, mio marito lo sa: se vuole davvero omaggiarmi, al mazzo di fiori deve accompagnarne la cura.
  • Facebook che dice “Le prestazioni di questo post sono migliori rispetto al 90% degli altri post nella tua Pagina. Mettilo in evidenza…” quando la vera evidenza è che l’ha mostrato solo a due persone, ipovedenti.
  • L’ Assistenza. Di qualsiasi sito medio-grande. Dove campeggia la pagina dei contatti (se sei fortunato. Altrimenti non campeggia nemmeno, devi scovarla con la stessa possibilità di trovare un quadrifoglio), poi, nell’ordine, trovi: domande frequenti, clicchi, e vai al forum. Numero di telefono: clicchi, e vai al forum. Indirizzo di posta: clicchi, e vai al forum. Rimostranze, chat, scommesse, indirizzo su Marte: clicchi, e sei sul forum. Con slancio fantozziano ti rassegni allora a digitare il concetto chiave della questione. Del tipo: “Non visualizzo i risultati”. Ti escono: “Come ripristinare la password, come rispondere a un utente, registrazione di un nuovo utente, indirizzo su Marte.” Lanci la domanda nel buco nero del forum e dopo dodici mesi ti lampeggia finalmente la segnalazione: “Abbiamo nuove risposte alla tua domanda.” Tu nel frattempo ti sei iscritta altrove, ti sei riprodotta e stai davvero pensando di trovare casa su Marte. Ma per curiosità apri. E leggi: “Prova a cambiare browser.”

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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Commenti 2

  1. comevivereacolori

    Adoro le tue liste! Lo sai. Quando sono arrivata al punto in cui parli delle camicie, ho cominciato a singhiozzare dal ridere. Sono arrivati a soccorrermi nell’ordine: il cane, le figlie, il marito… la gatta con calma, tanto avevo già un discreto numero di aiutanti al mio capezzale (dimenticavo, sono già a letto, a scrivere). Però mi dispiace doverti essere antipatica… io ODIO la neve in città (pure in montagna a dire il vero). Sei mitica. #sapevilo

    1. Post
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      Maddalena Capra Lebout

      Anche tu mi hai fatto ridere alla grande, carissima! A letto? Qui stiamo ancora sparecchiando 🙁 Senti no, comunque, quella della neve non te la posso passare, te la sconto perché per coerenza la detesti anche ai monti. :p

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