I beffardi

Fra Martino

NON SI POTREBBE SOSTITUIRE IL SEGNALE ACUSTICO CON L’AROMA TERAPIA?

 

Fra Martino, campanaro, dormi tu?
E beato te, perché qui, con le tue sante scampanate, si dorme a fatica.

È tanto tempo che volevo dirtelo, non se hai notato, ma dirimpetto al tuo smisurato campanile c’è un condominio che una volta era nuovo di zecca. Tipo tre o quattro anni fa. Che va bene la crisi immobiliare, ma ogni volta che ci passo mi viene un pizzico di desolazione a riconoscere, intonso, quel cartello di vendita dell’ultimo famigerato trilocale. L’hai mai visto? No, non il trilocale: il cartello. Perché io, quanto alla sua agonizzante ricerca di acquirenti, un’idea ce l’avrei.

Ma lo sai che se passo lì sotto a mezzogiorno non posso nemmeno parlare perché il tuo valzer scampanaro fagocita qualsivoglia altra fonte sonora?

Allora: la domenica perché è domenica, alle sette sei già appeso alla tua liana personale. Alle otto e mezzo di nuovo, poi alle nove e mezzo, poi alle 15.30, 17.30, 18.30. Il sabato ci sono le prove: sì, perché non posso credere che qualcuno si sposi ogni settimana anche al 6 di novembre, il 17 gennaio, o altre improbabili date nelle quali non ci sono prime comunioni, né cresime, e l’unzione degli infermi per quanto ricordi non è somministrata in chiesa.

Poi ci sono le feste. Giustamente. E, infine, i funerali.

Questa me l’ha spiegata mia madre, che, pur non essendo morta, sulle funzioni la sa lunga: allora quel tocco ridondante, ripetitivo come un mantra minaccioso, dice lei, è senza dubbio un funerale. Il dubbio però ce l’ho io, ché i casi sono due: o Baggio presenta la più alta mortalità della città, oppure vengono tutti qui a celebrare il saluto eterno. Rigorosamente alle 14.45.

In Quaresima tutti i venerdì (questa la so), ma poi nel resto dell’anno anche due o tre giorni di fila, la sagra degli addii. Alcune volte poi ti appendi evidentemente al laccio e la musica viaggia imperterrita per un’ora di fila. Ma forse era un bambino annoiato, un Marcellino pane & vino. Chi può dirlo?

Mentre tu suoni più o meno allegramente il tuo strumento qualcuna o qualcuno è malato e vorrebbe riposare, qualcuno lavora su turni, e vorrebbe dormire, un numero imprecisato di infanti (e di madri) stanno recuperando il sonno.

E quell’agente immobiliare vorrebbe finalmente chiudere la vendita.

Ora, non mi aspetto che tutti capiscano, e sospetto che qualcuno si sentirà oltraggiato, ma perché no ai rumori molesti e sì alle campane in libera interpretazione?

Non si potrebbe sostituire il segnale acustico con una ninna nanna, una canzone pop, oppure l’aroma terapia? Campanelle per le stagioni estive, profumo di cappuccino in quelle invernali. Così restiamo nel tema.

… quello che immagino di trovare aprendo gli occhi, quando Martino me le suona…

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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