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Intermezzi

E questo è già volare

Ci arrovelliamo: dov’è il senso, perché lei, perché io, cosa posso fare, cosa posso imparare? Dio santo, perché non possiamo, semplicemente, vivere? Piangere, gridare, soffrire, ridere, urlare, correre, accasciarci perché alla fine la vita è questa: un circo. Ci si dice di arrenderci, ma anche di cercare un senso. Non vedo come le due possano coesistere. Arrendiamoci, allora: la vita è la vita, ha le sue ragioni che noi non conosciamo. Chiamalo destino, se ti calma. Chiamalo caso, se ti libera. Chiamala sfiga, se questo ti dà conforto. Dai alla vita e alle sciagure il nome che più ti salva il cuore. Non il culo. Il cuore. Ma non perdere il resto di lei, della vita, e di lui, del cuore, a cercare senso a tutto, a ogni piccola cosa, e a dannarti perché le grandi, di risposte, non ne hanno, o nella colpa di essere incapace di trovarne. Perché in questa malefica caccia al tesoro smetti la vita che ancora ti batte dentro. Perché alla fine avrai fatto milioni di domande e ottenuto forse una o due risposte. Ma la tua vita, intanto, chi la vive?

Punta la bussola su ciò che ami, datti interamente a ciò in cui credi. Smetti i salti mistici che ti scollegano dal mondo perché se anche sei un’anima incarnata in questo corpo, è un corpo, una mente, le tue emozioni, quello che spingi in queste strade e in questi giorni. Rimani: i piedi a terra, il cuore che respira.

Il cielo ti entra dentro in ogni inspirazione, e questo è già volare.

I piedi a terra, il cielo nei polmoni. Il resto è quello che è. Il resto devi lasciare che sia.

 

[Photo by Sebastian Staines on Unsplash]

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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Commenti 5

  1. Mamma Avvocato

    Finalmente scrivi quello che secondo me hai bisogno di fare per essere serena: vivi, non arrovellarti troppo! Anche se, a pensarci, se non lo facessi non ci sarebbero i tuoi post…

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      Maddalena

      Essere “serena” è qualcosa che non mi piace. Credo che la mia introspettività e intensità siano doti e non sia facile né utile, reprimerle. Si cresce e si conosce sé stessi proprio attraverso domande e consapevolezza, ma questo post nasce ispirato da qualcuna di cui ho letto su un gruppo, che non si dava pace…

  2. Mamma avvocato

    Secondo me sono doti se non diventano una angosciosa irrequietezza. Per alcuni periodi,poi, ci sta, sempre è un tormento inutile,secondo me. La serenità invece io l’anello,consente di vivere nel presente godendoselo.

    1. Post
      Author
      Maddalena

      Come diceva il mio coach: gli artisti devono imparare a stare comodi nella scomodità. Io ho sempre una tensione a. A dire, a condividere un messaggio, un sentito, alla ricerca. La mia “serenità” è tale solo se imparo a cavalcare e vivere questa tensione buona, se deve diventare la serenità comunemente intesa, per me è avvizzire. Ognuno ha una sua dimensione, ritengo. Il rischio (già sperimentato) di cercare una serenità che non è la mia è di usare il trucco di vivere il presente per scappare dal mio fervore, dalla creatività, dalla ricerca.

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