Quella vecchia si siede accanto a me, la sua giacca carezza la mia. Non ho pensato a quanti anni ha. Io non penso mai agli anni, alle bollette che ognuno deve alla vita. Ho interrogato la sua gioia. Perché un labbro saliva sulla guancia, da un lato solo. E quel lato era il mio. E allora in un attimo veloce come quel convoglio che ci portava insieme – la sua giacca che ormai bacia la mia – mi sono immaginata che adesso anche il mio dondola un poco, e s’alza a sua volta, gonfiando gli zigomi. E poi richiama quello accanto, il ragazzo con le braghe a mezza chiappa, e il suo contagia la donna con la busta di H&M, che aggancia il tizio sotto al suo cappello. E fanno come gli sbadigli, un ricciolo di bocche s’insegue, e tutto il metrò diventa una stella filante che ride.
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Il contagio
Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!
Commenti 9
Sono i contagi che preferisco e se li ricerchi, arrivano sempre puntuali come un orologio svizzero
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Vero… ho sempre pensato che il Bene richiama Bene. Anche se a un certo punto la catena si spezza, sfuma, chissà. Altrimenti saremmo già tutti salvi.
delizioso
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Onoratissima, grazie Chiara.
Mi accodo a Chiara … una bellissima immagine
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Grazie carissima.
Bhè, ho sorriso leggendolo. Direi che hai raggiunto lo scopo
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Fantastico!
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