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Altre Verità

Ballando, leggendo, mangiando

disegnato da me non so quando

Una canzone, un libro, una ricetta.
Elisabetta invita chi vuole a raccontare l’estate così, tre elementi che rimangono, accanto a mucchi di foto e di attimi.

Una canzone può bastare a tornare

La canzone mi sceglie senza il filtro d’un pensiero: Despacito.

Sarah la canticchiava da un po’, e poi una sera ci balla su, e non è nulla, lei balla sempre. Balla davanti allo specchio, alla tv spenta che la riflette, alla portafinestra del terrazzo. Ieri ancheggiava davanti a una maniglia di metallo, non so cosa vedesse, se la faceva bastare. Ma quella volta si è messa una gonna, e un sorriso da crederci. Che qualcosa si muove, e la sua gioia torna su. Chi mi ha letta sa. Questa canzone è la cosa buona, nei mesi scorsi, è il bello di lei e di noi.

C’era Despacito anche in macchina con mio fratello, Patrick dormiva dietro, russava sulle note. L’autostrada scivolava buia e il mio weekend a Courmayeur era finito. A Sarah lo dico, sai che c’era Despacito in macchina? E la volta dopo pensa che basti la macchina di mio fratello, che sia quella ad avere la canzone.

C’era Despacito nel salotto quando siamo andati a Courmayeur tutti insieme, il divano spostato da un lato, i turni perché i miei figli non si rubino la scena, e c’è Despacito nelle gite, nei giri, infilando vestiti, riempiendo zaini, aspettando il bagno, e sul davanzale della cucina a Milano, dove Isabelle ondeggia con o senza il carosello delle sue bambole. O delle sue dita ballerine.

L’amore è, anche, un tentativo di lettura

La lettura invece è sfocata, frammentaria, mi sono portata tre libri, non ho finito Nessuno si salva da solo (Mazzantini), è un libro lento, da inalare con pazienza e concentrazione. Il libro simbolo è Grande ritorno nel regno della fantasia 2 di Geronimo Stilton. Io odio Geronimo Stilton. E in questo odio, credetemi, c’è un pacco d’amore. Ché leggerlo la sera a Patrick, per fissare un momento nostro tra le richieste continue delle sorelle e riscattare un po’ la sua minoranza, è un gesto di generosità cristallina. Non so cosa rimanga a lui, che ogni giorno prima che leggi ti fa aspettare quei dieci minuti in cui deve selezionare, di n. capitoli, quello che vuole ascoltare perché di fatto se l’è già letto tutto per conto suo. A me resta la puzza di una pagina che si gloria di emanare odore se la strofini e invece puzza già dieci pagine prima e dieci pagine dopo puzzerà ancora. E, inutile dirlo, non hai osato nemmeno sfiorare. E la stanchezza di decifrare le lettere in quel putiferio di caratteri stampati in accordo al significato (chi è pratico di Geronimo – ossia qualsiasi madre di figlio maschio sopra i sei anni – mi capisce).

L’aspetto è dispetto

Per la ricetta il must estivo è il salame di cioccolato.
Purché non sia il mio.

Decisi a festeggiare in anticipo il nono compleanno del figlio (sì, quello di Geronimo Stilton) per approfittare della presenza dei nonni, ci armiamo di ingredienti e buona volontà. Gli ingredienti li porta mio marito. La volontà la metto io. Burro, biscotti secchi, cacao, zucchero, un tuorlo. Quel giorno Patrick e Sarah stanno litigando per l’iPad, Isabelle dorme e i miei sono in gita. Per non gravare troppo su mia madre che già cucina sempre, penso io al dolce per mio figlio. Niente di più ovvio. Sarah vieni che sbricioli i biscotti, estraggo mia figlia dalla contesa fratricida. Il burro puzza. Peggio del libro. Scade fra tre settimane, forse è solo verace. Non è ingiallito, inverdito, infradito. Magari l’odore poi si spegne nel composto. Sbatto con lo zucchero, pestiamo i biscotti, versiamo il trito nell’amalgama, aggiungo il cacao e il tuorlo. Fatto.

Sarah è impaziente, ne acciuffa subito un cucchiaio. Io intingo una punta. Lei tace. Non gode ma tace. Io divento verde come non è diventato il panetto.

– Mathiaaaaaaaaaaas! Vieni a vedere (e sentire).
Lui si sporca la punta della lingua prima col burro puro, Mah, sì, è un po’ forte. Poi con l’impasto.
– Hmm, sì. Non è buono.

Mia madre atterra dalla gita in quel mentre, mamma assaggia, ha quasi un conato, sputa rapida nel lavello alle sue spalle. Allora sputo anch’io, quello che resta, ché ormai avevo ingoiato da un pezzo. Ci sciacquiamo la bocca a più riprese, come nemmeno dal dentista. Seguono: sigaretta, succo di frutta, lavaggio denti, e ore di agonizzante disgusto. Il suo commento: “Sa di petrolio”.

Il salame non raggiungerà mai nemmeno la stagnola in cui dovresti chiuderlo dandogli la consueta forma. Il freezer resterà un miraggio. Avrei dovuto metterlo in cima alla lista dei malriusciti, ma di fatto:

– Questo tragico evento mi ha fatto vivere la rara esperienza di una profonda intesa madre figlia quando, riparlandone, costei sentenzia al marito: “No, credimi, questa volta la Madda ha RAGIONISSIMA.”
– Un nuovo salame, sta volta fatto da mia madre non senza una buona dose di coraggio e determinazione, è comunque arrivato sotto le nove candeline.

Quello che ci ha fregato è che era un bell’impasto. Credibile.

 

Grazie a Giulia per avermi invitata, chi vuole dire la propria non ha bisogno di un blog, basta un profilo Facebook, le regole sono qui.

Invito:
Chiara (Una mamma zen)
Alessandra (Come vivere a colori)
Priscilla (Datemi una M)
Veronica (L’avventura di noi)

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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Commenti 4

  1. Elisabetta

    Bellissimo! Anche Ballando,Leggendo, Mangiando suona 1000 volte meglio della mia americanata… ed è sicuramente più invitante del tuo salame di cioccolato che, peraltro, io non sono mai riuscita a fare come ricetta comanda. Io sbriciolo i biscotti rimanenti in dispensa (quelli che nessuno si fila più da un po’), sciolgo il cioccolato al microonde (perché a bagno maria non sono capace), amalgamo il tutto, cerco di dargli un simil forma di salame e metto in frigor a raffreddare. Viene duro come un marmo, però è una buona porcheria consolatoria. 🙂 Prova così!
    Despasito è sicuramente legata all’estate 2017 di tutti, volenti o nolenti. Geronimo Stilton non ho il “dispiacere” di conoscerlo… 😀 e comunque, mi ha sempre dato l’idea del topo “so tutto io”… non partiamo con il piede giusto… Un abbraccio Eli
    p.s. lo schizzo è molto bello e sono felice per voi che ci siano miglioramenti, andare un po’ via è stata la scelta giusta!

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      Maddalena Capra Lebout

      Cara Elisabetta, il salame di solito lo faccio bene, sempre col cacao, non col cioccolato, e sempre nel freezer: piuttosto, qualcuna sa dirmi come può un panetto di burro sapere di plastica (o petrolio)? Le cose vanno meglio, ma le vacanze erano più belle 🙂 E, insomma… qui l’armonia è meno facile e le lotte per tante cose ci sono sempre… Un bacio e grazie!

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      Maddalena Capra Lebout

      Ciao Luisa, è facile, non lasciarti trarre in inganno dalla mia esperienza! Ammorbidisci il burro, lo sbatti con lo zucchero, aggiungi un tuorlo, il cacao e i biscotti secchi sbriciolati, mescoli e poi metti il composto in una stagnola, gli dai la forma di un salame e riponi nel congelatore per qualche ora. Tiralo fuori un po’ prima di mangiarlo, se no è difficile affettarlo. Buon salame!

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