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Altre Verità

Un po’ di me: le mie domande. Con le risposte (2)

Io vado a zonzo per la vita. Solo che poi mi sento persa.
Mi piace volare, non vincolarmi. Solo che poi mi sento sospesa.

 

(continua dal post precedente)

Futuro, passato o presente?

– Questa è una domanda trabocchetto. Non credo molto al presente.

Come no? In mindfulness dicono che “è l’unico che c’è”.

– Il presente è un’illusione tra ciò che arriva e quello che se ne va, appena te lo prendi addosso come un po’ di vento, è già alle spalle. A chi dice “l’importante è il presente” rispondo “il presente ha la polpa del passato”, il tempo si riempie del tempo che è stato. Siamo il sorriso di un momento fa, il pensiero di ieri, il Natale dell’anno scorso. È su questi, che s’innestano gli adesso e i poi.

Novità o abitudine?

– Ho bisogno dei miei punti fermi, le mie ossessioni. Vado a zonzo per la vita. Solo che poi mi sento persa.
Mi piace volare, non vincolarmi. Solo che poi mi sento sospesa.

La cosa più bella che hai fatto.

– I miei figli. Forse anche perché sono una sintesi pazzesca di novità e abitudine.

La meno bella.

– Alzarmi la mattina. Certi litigi. Certe contese con me stessa. Quando perdo fiducia.

Mare o montagna?

– Te l’ho detto, non so nuotare.

Quindi?

– Quindi se vado in Liguria cammino sull’Appennino, vedi tu.

Cos’ha di bello la montagna?

– E chi lo sa? Forse che è solida, l’acqua mi fa paura, non so fidarmi di una materia trasparente. E poi in montagna hai una varietà di paesaggi e attività. Forse in una vita precedente vivevo nelle Alpi, chi può dirlo?

In tutte le stagioni?

– No, per esempio non scio. Io sono il contrario di molti: montagna in estate, non in inverno, anche se amo la neve.

E che ci fai con la neve, se non scii?

– La guardo. Non lo sai che guardare può essere una splendida occupazione? Per esempio: quando ti innamori resti ore a guardare l’altro, anche senza fare nulla. E ti basta. La neve ha quel potere lì. La neve, il fuoco, i bambini. Le onde, se andassi al mare.

Una vecchia sale sul bus, le lasci il posto?

– Sempre. Anche alle donne incinte o con un piccolo. Dopo le bestemmie che ho tirato quando ero io ad avere bisogno, mi sembra il minimo.

Ti ringrazia e ti attacca bottone. Oppure non ti caga nemmeno. Cosa scegli?

– Se non ringrazia penso che stronza, se attacca bottone sono curiosa. A meno che sto scrivendo o sono visibilmente occupata. Nel qual caso penso che palle.

Una cosa che ti dici spesso?

– Che amare è l’unica cosa che si può fare sempre, che quindi è sempre meglio non pensare che palle, quando una vecchia ti attacca bottone.

Alla fine il solo scopo nella vita è lasciare il tuo pezzo d’amore nel mondo.

Non sono certa che sia un’iniezione di fiducia, forse è un modo per assolversi da certe inerzie, dalla paura di non bastarsi. Dalle sfide che non raccolgo.

Una cosa bella di invecchiare e una brutta.

– La brutta è il corpo che scricchiola, si acciacca, ma in fondo non sono mai stata un mostro di salute. E poi che ho un sacco di ricordi e ho sempre paura di perderli. La bella è che un giorno mi verrà l’Alzheimer e non ricorderò niente, nemmeno la mia paura di dimenticare! No, dai, scherzo. La bella… è che non riesco a invecchiare, rimango spavalda, scema, rido forte, parlo forte, sono eternamente infantile, irriverente. Quella posatezza che uno s’immagina arrivare con l’età, a me ha schivato. Lo considero un bene.

Una cosa che ti fa imbestialire.

– Chi non mostra la minima empatia.

Una che ti illumina.

– Quando c’è una sincronia. Con una persona, un pezzo che ho scritto. Oppure un dettaglio nel mondo. Per esempio guardare quel piccolo lume in cima al palazzo di fronte ogni sera, accanto al comignolo. Per un po’ ho creduto fosse una stella, un satellite, invece brilla troppo e non si sposta mai. Poi ho capito che il bello era ritrovarlo lì, sempre, comunque fosse stata la giornata.

> Se ti sei perso la prima parte clicca qui.


Non amo le catene, ma amo molte blogger

Se questo modo di raccontarsi ti è sembrato un’idea più originale che sfigata, ti invito a fare anche tu la tua autointervista: è un modo per scendere un po’ dal podio di blogger e scavalcare uno schermo!

Prendi spunto dalle mie domande o inventane di tue. Nomina il mio blog e segnala l’iniziativa con #autointervista. Condividi sui social e taggami (https://www.facebook.com/pensierirotondi/) così che io legga la tua e ti aggiunga qui sotto. Invita chi vuoi!

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Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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