Altre Verità

Ai sogni non piace la parsimonia

Perché non sogniamo?

Perché non ci si educa anche a questo e perché non lo insegniamo ai bambini (ai quali basta concedere di farlo e farne oggetto di gioco e condivisione, da portare nell’età adulta)?

Perché non ci permettiamo di sognare e immaginare davvero liberamente? Anche l’assurdo. Sì: qualsiasi cosa.

Il primo coraggio che serve, nella vita, è quello di lasciare ai sogni di venirci addosso.

Prendere un foglio e scrivere quello che ci viene, vedere l’aurora boreale, stare in cima a un albero, imparare a suonare il violino, fare un anno in India. Non lo facciamo nemmeno. Perché? Perché questa parsimonia? Ai sogni non piace, la parsimonia.

Perché diamo per scontato che non si possa vivere la vita che sogniamo?

Perché in questa società l’immaginazione, la visionarietà, la fantasia e i sentimenti contano meno di produttività ed efficienza?

E alla fine molti si piegano alla logica del mercato, del Sistema. Le emozioni sono accessori, i sogni sono irreali. La scuola segue questa filosofia.

Eppure il progresso è di chi ha oltrepassato lo steccato del prestabilito, chi ha dato a sé stesso la possibilità di essere infinito nei sogni e, poi, ha inventato mezzi per rispondere a questa eternità squisitamente umana.

«Stai coi piedi per terra», «ha la testa sulle spalle», «è una persona concreta», «ha messo la testa a posto»: perché cresciamo con questi dettami, con questa bussola che ci riduce a ciò che la ragione può fare?

Poi c’è l’arte: lo strapiombo di chi non ce la fa. A stare nei confini. E guada il precipizio di una follia che in fondo è di tutti.

Ma chi ha la testa per aria, chi ha radici che sfidano la gravità, chi vola, va nella direzione giusta: se sotto terra ci sono gli inferi, e la terra è la nostra condizione umana, non siamo forse destinati all’Immenso?

È il cielo, la dimora dell’uomo. È braccia alzate nella vittoria, è salti di gioia.

Nel linguaggio non verbale ogni segno di disagio o difficoltà si produce in segnali corporei verso il basso e la chiusura. Allora io dico: staccati dalla terra, invece. Dilata occhi e braccia. Sogna l’impossibile.

Pensieri rotondi per Pensieri rotondi People: Vita tra la gente.

 

 

 

 

 

 

 

[Photo on top by Ostap Senyuk on Unsplash]

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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