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Maternità

Mentre gli altri dormono

Tu e io.
Certe mattine ho sperato di entrare e non avere nessuno. Impadronirmi della cucina: io, e i miei sbadigli. Avere un piccolo tempo come un segreto, la conquista conseguita con le vostre notti finalmente lunghe.
E invece appena spunto nel corridoio, la casa ancora bevuta dal buio, guardo subito avanti, se la porta è aperta, se vedo una lingua di luce. Trovare tutto identico alla sera prima, la soglia intonsa, la stessa penombra, quasi mi delude.
Ma sei lì. Prima di me, il più dei sabati mattina. O appena dopo. Quando il caffè sporca il fondo della tazza rosa e sul mio piatto restano le spoglie di una banana. Siamo la stessa impazienza, il sonno leggero

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I beffardi

Io e Domenica

Leopardiana nell’indole, del tipo “Sabato del villaggio”, amo infinitamente quel trancio di tempo che va dalle suddette ore 18 del venerdì (anche se mio marito non rincasa prima delle 18.40), nella tiepida attesa del sollievo prossimo a venire, fino a diciamo la sera del sabato. Sabato bistrattato poi nel reale tra spesa e faccende di casa, ma comunque sia pregno di promesse e buone intenzioni.
Una prima, debole tendenza all’ammoscio inizia a palesarsi però già la domenica mattina. Nel dormiveglia confuso normalmente mi sorprendo a chiedermi con ansia crescente: “Oddio, che giorno è? No, non è lunedì, però neanche sabato”

I beffardiMaternità

Non tutte le ciambelle riescono col buco

Lo chiamano “zero termico”: è l’altitudine sopra la quale la temperatura è inferiore allo zero. In altre parole: il luogo indefinitamente alto e sconfinato in cui fluttuo da giorni. A lanciarmi alle alte quote un week end non proprio riuscitissimo e la solita, solida complicità di una piccola insonne.
Perché non è mica detto che il fine settimana sia la pausa dalle fatiche, una vacanza in formato tascabile, una gioia piccola, …

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Maternità

Costretta a un letto-zattera che non mi porta in salvo

Escono, vanno a Cesano. Sento la macchina che gratta la corte. Immagino i bambini domandare “la mamma non viene?”
L’altro giorno sono stati dai miei: “Patrick, andate dai nonni, adesso, sei contento?”
“Sì!!!” mi urla senza gridare. Il solito punto esclamativo composto, ristretto come una camicia dopo un lavaggio troppo caldo. Sono io che esubero, lo inondo, restringo i miei figli bambini. Gli ridono gli occhi, chiari, esclamativi, quelli sì. Poi mi cerca spegnendoli un po’, con apprensione: “E tu stai qui da sola?”…