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Maternità

L’amica di Olaf

Dicevano alle 8.
Sono andata a dormire col cuore che lampeggiava come le luci di posizione. Ero più eccitata che a Natale: Domani nevica, domani nevica!
Quando mi sono svegliata filtrava un piccolo chiarore tra le imposte, bastava solo a dirmi che era mattino. Zompetto fuori, raggiungo la prima finestra rimasta nuda nella notte: a terra un mosaico di foglie secche, le betulle bianche e nere non dicono nulla, il prato è lo stesso di ieri, ingiallito come un vecchio libro aperto. Aspetta. E invece avevano ragione

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Altre Verità

C’era una volta la neve

Sono abbastanza vecchia da ricordarmi la grande nevicata. Non abbastanza lucida da rammentare l’anno esatto. Ma le scuole chiuse sì. E anche quei muri alti come case, forse ero io ad essere piccola, ora fa così effetto poter dire “io c’ero”.
Ecco, non dico una neve così. Mi piacerebbe. Spauracchio di molti, mi fa ridere lo spavento della gente, l’intirizzirsi di corpi spaventapasseri che hanno paura di cosa, di acqua stellata? Una neve così lo capisco che è rara. Ma almeno un po’, quanto basta a distrarre il cemento. A tirarci su gli occhi, farci stare su una gamba mentre la guadiamo, gru che saltellano stordite dalla novità.