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Altre Verità

Oggi finiamo

Ero l’unica che piangeva.
Qui nessuno ha sentito la solennità della fine. Qualcuno dice è un inizio, io tiro fuori quella parola che fa sempre effetto, il giunto delle rotaie, che vai avanti, ti fermi, torni indietro, comunque lo senti, quel gradino che fanno le ruote, il piccolo sobbalzo. E un po’ sembra un breve sgomento.

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Altre Verità

Tuttavia

Vedi il fatto è che io una volta mi svaccavo sulle panchine, la musica pigiata nelle orecchie, la gente mi guardava, ma me lo potevo permettere. Abbandonata e stesa come un barbone, mi guardavo il cielo, ed era meglio che guardarsi dentro. Alla fine dentro ci vedevi meglio, capovolta così. Una volta potevo essere randagia, sovversiva, fare a pugni. Stravaccarmi. Adesso sono una signora di mezza età, mica basta un piercing al naso a darmi il beneficio della panchina. Adesso che faccio, quando la vita mi sputa addosso?

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Altre Verità

Dove comincio io

FA UN GRANDE EFFETTO SBIRCIARSI DENTRO SENZA SCUSE, NEMMENO QUELLA DI SCRIVERE
Io.
Quando mi siedo faccio come faccio sempre: cerco. Qualcosa di familiare, una zattera. Trovo la maniglia della porta bianca, penso che è identica a quella del mio studio. Le tapparelle alle finestre, la casa dei miei, la camera dove sono cresciuta. Cerco le mie difese.
Ha qualcosa di sacro quella stanza. Senza dei.
Ha qualcosa di sacro lo spazio. Uno spazio che poi lei entra, entrano le altre, entra l’unico uomo, e quella parola torna e ritorna.