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Quando le mamme fanno le furbe

E tuttavia, dite la verità, dopo quei dieci minuti di incanto, sale un ettogrammo di noia. E accanto alla noia, la sua gemella: la torre delle incombenze. Troppe cose da fare ci solleticano e prima o poi (se non è all’undicesimo minuto, sarà al dodicesimo) ci arrabattiamo per infilare qualche faccenda in parallelo, tra un «che bello» e un «torno subito».

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Idee per spendere del meraviglioso tempo coi bambini

Per chi come me non ha attitudine spiccata ai lavoretti (quella specie di manufatti di dubbia riuscita partoriti con ore di lavoraccio e chilometri di colla o colori) suggerisco alcune attività amene o diversivi che presumibilmente dovrete ritagliare tra le fitte ore di gioco autonomo e pacifico dei figli (?). O, più realisticamente, tra un non so cosa fare e un mamma voglio giocare con te.

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Un pezzo di stagnola

– È così che dovreste imparare la geografia.
– Non mi piace la geografia.
Eppure è quella che disegna sui fogli per lunghissime ore. È la stessa che stiamo facendo noi. Con un pezzo di alluminio.

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That was my time

Mentre Sarah crea un gioco nel quale spende parole a secchiate per dire chi vince e nessuna per illustrare come si gioca, io vedo aleggiare davanti agli occhi una semplice frase tagliente:
THAT WAS MY TIME
e ripenso a quanti my time ho dato via per i figli…

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Giocare con te è come…

TRE ETERNI PUNTINI DI SOSPENSIONE
1. La decisione: normalmente lascio che tu scelga il gioco da fare. Poi annego in improbabili fuori programmi nei quali lasci a metà dieci cose in contemporanea e io cerco invano un filo per partecipare in prima linea.
2. La solitudine: hai deciso che devi fare il bagnetto alla bambola nel lavello della cucinetta in camera tua. Io l’asciugo, ok? No, mamma. Allora io ne prendo un’altra. No, mamma. Allora cucino qualcosa. No, mamma. Allora cosa faccio? Tu aspetti, mamma