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IntermezziMaternità

Sto meglio quando siete qui

IPad. Un tizio che canta, Halloween in ritardo, Isabelle deve averlo guardato spesso, mi ha chiesto Tutitu in italiano, e dopo due giri arriva dolcetto o scherzetto, Tutitu è sparito anche dalla barra laterale. Sarah si affaccia su schermate che ormai esulano dai suoi 7 anni. Patrick è in camera, il beneficio di troneggiare dove di solito sono contese di lego, collane, donnine.

Sto meglio quando siete qui.

Ho le mattine, adesso, pensavo chissà cosa. Che il silenzio fosse questo grande tributo, la riscossione delle imposte dopo anni.

Sto meglio, invece, quando siete qui.

Pensavo che l’ordine fosse questa grande conquista, camminare senza scivolare sui sacchetti con cui vi siete messe a confezionare antistress inventati da voi, smettere quell’offesa del mio baule storto, i vostri alluci che sfidano il bordo, “giù i piedi!”. Senza inciampare in quel pallone di Mondo Convenienza che abbiamo rimediato sabato e che vestito con la canotta di Sarah a cuoricini rosa zampilla attorno ai suoi fratelli, palloni di altri sabati, delle giostre, dei giorni che si è famiglia a spasso, di qualche “dopo te lo compro.”

Ma non ho mai amato le camicie inamidate. Nemmeno le camicie, per dirla tutta.

L’ordine può servire. Ma non può amare.

Sto meglio quando siete qui.

Allora posso anche andarmene, con la testa, fare spole tra i miei concetti verbali e i vostri mondi urgenti. Mi basta sapere che siete qui.

Sparpagliati in questa casa viva.

Dove è finito anche Halloween e adesso canta non so cosa. E l’ordine sarà ordine per poco. Perché l’ordine non può amare.

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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