Maternità

Solo per te

IMG_0572_wTi stanno spuntando i primi dentini. Sotto, come da manuale.
Ti stanno spuntando i denti e di colpo ho sentito quanto sei cresciuta. Ho pensato che non hai un pezzo tutto tuo, un mucchietto di righe che canticchino tutta la festa che hai portato in questa casa. Al di là delle battaglie per i tuoi sonni (e i nostri!). Al di là dei pianti incessanti dei primi mesi. Una paginetta di cose tutte belle.

Come il primo pensiero di te, quella mattina all’Ikea: l’Ikea è feconda, sai? Un posto per famiglie. Forse è per questo che quella domenica dissi a tuo padre “dai, facciamone un altro!” e per la prima volta i suoi occhi verdi sorrisero.

Come il giorno che google mi ha svelato un segreto: si può avere una sindrome premestruale anche quando si resta incinte. La cucina è muta, non fiata nulla, mi lascia sopraffare: di là, in salotto, c’è Sarah, che non va ancora alla scuola materna. Di qua un fremito, un vento dolce e spaventoso: ho capito che ci sei.

È una bellezza gentile e prepotente. Non dico nulla a Mathias, voglio sorprenderlo. Poi quella sera arriva, apre appena la portafinestra del giardino, sudato dal rientro in bici, e io gli piovo addosso dal sofà: “Sono incinta!” esclamo alle sue scarpe ancora sulla soglia.

Per molte settimane, anche dopo che sei nata, sei stata il mio Miracolo: ci sei davvero, l’abbiamo fatto davvero! pensavo incessantemente. Tu sei la figlia che non credevo avrei mai avuto. Tu sei la figlia per cui non ho progettato un’altra stanza da letto, un divano più grande, una raccolta ordinata di vestiti e di nomi da darti. Sei il desiderio che ha vinto. Sui conteggi, sul tempo, sul mio modo di vedere le cose e i problemi.

E sorridi, sorridi sempre, per ricordarmelo. Sorridi appena ti svegli, sorridi nel cuore della notte. Ti stupisci, quasi, che non apprezziamo certe tue feste notturne. Ridi a chiunque, ridi per prima, e attendi risposta. Poi quando la ottieni, gli occhi ti saltano fuori come ranocchi. Ridi in risposta, perfino quando ti spaventi: ti do un sorriso di rassicurazione, mi guardi incredula, perplessa. Poi ti lasci convincere, e ti spalanchi.

Schiamazzi in giro per casa, come acqua frizzante. Le tue grida estasiate mi rendono felicemente impossibile stare al telefono o guardare la tv. Squittisci mentre i fratelli t’inseguono, con grida acute di eccitazione. La stessa che ti infiamma da qualche giorno, ogni volta che ti tiri su, dritta in piedi, su un nuovo sostegno: lo sgabello della cucina, che poi t’incastri a metà, il baule in salotto, il divano. Ti piace mangiare le riviste, ciucciare i tovaglioli di carta, farli in mille brandelli minuscoli che passerò il tempo a raccattare. Ami i coco pops, la pasta a stelline, la banana e i cavi del pc. Non ti piace il manzo, né stare ferma. Alle coccole preferisci le esplorazioni. Fai qualche metro a gattoni, ti siedi, con uno scatto fluido, facile, ti batti le mani. Poi riparti. Ti attacchi anche allo stendino, perfino quando è vuoto. Stai lì col sedere per aria, piegata in avanti, fai le pernacchie. Fai le pernacchie a tutto, Isabelle. Sei una vita giocosa che prende forma.

Hai perso quei capelli scuri con cui sei venuta al mondo, ora hai piccoli steli biondi che svolazzano solo se ci respiro sopra. Il tuo naso si è ingentilito, le tue gambe si rafforzano. Quelle mani che stringevano il mio dito e poco altro ora sono ragnetti rapidi che percorrono tutto.

Ora balliamo, un vecchio cd che avevo fatto per tuo fratello molti anni fa. Musica mia, da grandi. Musica che amo. Pesi che la schiena mi fa male. Non sei più quel mollusco che spuntava a stento dal marsupio grigio in primavera. Hai una dolcezza diversa. Comunque straripante. Balliamo ancora, perché devo tirare le nove e mezzo, è troppo presto per il tuo sonnellino. Balliamo perché è capitato, e così ho scoperto che ci piace. Smetti la tua impazienza, io smetto la mia. Mi muovo appena, tu ti lasci fare, e i corpi si mischiano ancora.

Non è sempre facile. Ho capito che sei una tosta. L’avevo intuito già in pancia. Ma sei un milione di altre piccole rivelazioni. Una costellazione di scoperte che ancora mi rendono incredula.

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Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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