Maternità

Sei contento?

«Sei contento?»
«Sì».

Pedala davanti, nei budelli del bosco cittadino.

È sempre un po’ curvo, non so perché, ma io ho smesso di chiedermelo. La bici piccola sotto gambe piegate come le cavallette, spinge e spinge. Poi si ferma, mi aspetta.

Patrick: quasi undici anni.

L’ho sottratto alle sue irritazioni domestiche, sembra che quando è chiuso la casa gli si stringa addosso. Non può far altro, tra due sorelle, che pungere, zanzara frustrata ai loro giochi, a quelle confidenze private, alle mollette tra i capelli e le sfilate davanti alla porta del terrazzo.

L’ho sottratto come una buona operazione. Per fare quella, sottraggo anche un po’ di me a me stessa.

Com’è, camminare con qualcuno senza camminare accanto?

Sorrido. Sola è diverso, sola è la costrizione a essere «senza». Può cominciare come un sollievo, quando scappi dalle tensioni dei figli, oppure come una ricerca, quasi un esilio, quando cerchi di trovare chi sei nel folto della maternità, fuori da quelle mollette che dicevo, dai voli dei «mamma!» senza sosta. Invece ho lui, e averlo è il libero pensiero, perfino bofonchio tra me e me, a volte lo faccio in inglese perché sto studiando cose in lingua, e mi rimangono incollate al lessico. È osservare e lasciarmi andare e venire, però lo sai, che pochi metri avanti, hai quel filo d’affetto, un po’ ti fa compagnia, un po’ ti rende ancora responsabile. Pare un elastico.

Lui sulle ruote, io sulle scarpe.

Era così otto anni fa, nove, dieci. Quando nel passeggino non disturbava il mio vagabondare mentale, ed era come essere sola. E, intanto, dichiarava il mio essere madre.

Gli spazi si muovono, nel tempo, certe vie si perdono, altre impreviste sensazioni ritornano, circolari.

«Allora non è vero, che non sei mai felice».

Glielo dico forte, da dietro, in quelle vene del bosco. Mi avrà sentito?

«Per esempio adesso sei contento».

Ma certi bisogni dei figli restano gli stessi. Fuggono dentro i pugni, dietro a porte che chiassano. Nelle provocazioni. E invece il cuore resta bambino, non cresce mai svelto come quelle gambe sulla bicicletta.

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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