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I beffardi

Piccole ossessioni domestiche

PERCHÉ IL CONFINE TRA ABITUDINE E MANIA È MOLTO SOTTILE

 

Sono una da quadri dritti. Mi piacerebbe albergare nel caos creativo senza battere ciglio. Mi piacerebbe dire che sono una Picasso che spazia per casa e nella vita senza il fastidio di certi dettagli. Ma sono una da quadri dritti.

Un tizio una volta diceva che creatività e ordine non sono affatto discordanti, che – per dirne una – Morricone lavora con precisione certosina, rispetta orari e consuetudini come nemmeno un ragioniere. Ma questo non dimostra per forza disciplina: dimostra bisogno, insicurezza, quella dose di fragilità che contraddistingue chi poi si versa nell’arte. Puoi chiamarla organizzazione, ordine, rigore. Io le chiamo ossessioni: ognuno ha i suoi baluardi.

Qui una lista sicuramente incompiuta delle mie. (Sono gradite confessioni riguardanti le vostre).

 

  1. Staccarmi i capelli bianchi uno a uno, finché mi basta a non cedere al viaggio irreversibile della tinta.
  2. Credere alle creme antirughe: questo è segnale di irrefrenabile ottimismo misto a una dose di condiscendente ingenuità. Tanto più grave se si considera che poi le metto un giorno sì e cinque no.
  3. Raccattare ogni sorta di pelucco per terra col dito umido di saliva: verità assoluta nel giorno delle pulizie e poi via via in grado di soccombere a crescente elasticità col progredire della settimana.
  4. Raccogliere ogni capello dal pavimento: per questa squisita mania i miei omaggi alla mia genitrice la cui frase simbolo a riguardo fu per lunghissimi anni “ma dai, vai in bagno a buttarli.”
  5. Schiacciare con tutte le forze i rifiuti ribelli dentro la pattumiera per non doverla vuotare.
  6. Grattare la crosta lattea dalle teste dei figli.
  7. Spostare qualsivoglia oggetto riflettente dal campo visivo mentre guardo la tv (o, meglio ancora, farlo rimuovere).
  8. Drizzare il tappeto: esso dev’esser non solo parallelo al divano, ma a giusta distanza dallo stesso.
  9. Lisciare il lenzuolo perché non mostri la minima increspatura. Che poi le lenzuola siano fresche di bucato o tendenti al beige poco conta.
  10. Lasciare inesorabilmente un solo biscotto, una sbriciolata di cereali, un baffo di nutella o marmellata nel pacchetto o vaso, per falsa generosità e perché, inspiegabilmente, quando le cose arrivano al fondo perdono attrattiva.
  11. Avere sempre almeno un fazzoletto sotto al guanciale, anche quando sono salva da raffreddori o allergie ricorrenti.
  12. Sistemare il fondo dei jeans che non s’infili o non s’appoggi sul bordo posteriore della scarpa, ma scenda dignitosamente.
  13. Chiudere le tende in un certo modo, con un lembo che si sovrapponga all’altro, ma non l’altro all’uno.
  14. Verificare almeno tre volte la chiusura di porte e inferriate quando esco o vado a dormire.
  15. Verificarla di nuovo scendendo appositamente dalla macchina se stiamo partendo.
  16. Spuntare con attenzione la lista excel aggiornata e stampata ogni volta che preparo i bagagli per un viaggio.
  17. Pulire la biro roteandone la piccola sfera su un foglio affinché non sbavi.
  18. Annotare qualsiasi cosa su un post-it.
  19. Ripassarmi i denti con lo spazzolino senza dentifricio dopo che li ho lavati col dentifricio (questa è davvero insensata, me ne rendo conto).

 

Volevo arrivare a venti esatte ma me ne manca una.
O, forse: cercare di arrivare al numero tondo.

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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Commenti 10

  1. katyonabc

    10 e 13 pure io non scherzo. Poi controllare almeno due volte che porte, finestre, termosifoni e fornelli siano spenti quando esco. Se devo proprio partire anche tre. Sono abbastanza ordinata (l’unica eccezione sono i vestiti buttati a caso in giro per la camera). Nel mio caso credo che l’ordine all’esterno mi aiuti a gestire il caos all’interno (ma potrebbe anche essere un’illusione) 🙂

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      Maddalena Capra Lebout

      Ciao Caterina, sta volta non mi sfuggi :p Dai… davvero 10 e 13? Mi rincuori. Quanto all’ordine sai che non so se definirmi ordinata? Più ossessiva che ordinata, quando parto con una cosa non mollo (e non è determinazione), ma in generale mi basta un ordine minimo.

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      Maddalena Capra Lebout

      Certo… Pensa, io incrocio pure la 16 con la 18, perché, nella lista delle cose da portare, ci sono sempre le ultime da ficcare in borsa, tipo cellulare, chiavi, pantofole, che ovviamente vanno ad affollare incerti post-it!

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      Maddalena Capra Lebout

      Noooo, ma è BELLISSIMO! Tanto quella dei denti davvero mi stupisce, e poi la crosta lattea ahah… E la biro… Certo mi rincuora e mi fa anche sorridere allegramente. Grazie per le tue confessioni 😀

  2. Emanuela

    Condivido pienamente i punti 1, 5, 7 (di brutto), 11, 13, 14, 16 e 17… pensavo di piu’…
    4: li lascio per terra proprio per quell’ossessione che aveva nostra madre, come x ripicca faccio l’opposto.
    8: no, perche’ l’unico tappeto e’ stato debellato dopo una grandissima vomitata di una figlia e non e’ mai piu’ stato sostituito.
    10: io sono il contrario e non sopporto quando gli altri lo fanno.
    Io aggiungerei: avere un elastico x capelli di fianco al letto per averlo a portata di mano appena sveglia x ogni evenienza (ossessione che mi e’ rimasta dai ripetutissimi conati gravidici di prima mattina)
    Chiudere le ante degli armadi lasciate immancabilmente spalancate dalle bambine nelle loro camere
    Riorganizzare tutto il frigo ogni volta che il marito fa la spesa e mette tutti i viveri al posto sbagliato. Dopo vent’anni non ha ancora capito che ogni cosa nel frigo ha il suo posto fisso per due fondamentali ragioni: 1) minimizza il tempo di ricerca dell’oggetto in questione. 2) salta subito all’occhio se qualcosa e’ stato finito e va segnato sulla lista della spesa 🙂

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      Maddalena Capra Lebout

      Mi sono divertita un sacco a scriverlo, questo post, ma dio solo sa quanto mi diverto a leggere i commenti! Allora, l’elastico non mi serve in quanto dotata di corto capello. Le ante degli armadi sì, le chiudo anche io. Quella del frigo è legge salvo due osservazioni: 1- ogni tanto do al marito l’illusione che abbia fatto bene e a me l’occasione di diventare più flessibile accettando (stringendo i denti, è chiaro) il suo ordine opinabile. 2- anche se perfettamente riorganizzate dalla sottoscritta le cose al marito risultano egualmente introvabili nel frigo, come nel resto della casa. 😀

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