Maternità

Piccole cose felici

Poi piovono piccole cose. Polvere come quella che l’albero ancora montato lascia sbriciolare da palline rimaste a festa. Che non guardavi. Nastri come ghirlande. Inezie. Note minuscole orchestrano spettacoli inattesi. Eco. E sei felice.
Patrick è scivolato, silenzioso come una promessa, dentro un sorriso: due sere fa, così, gli ho visto gli occhi vispi, i suoi, se li è rimessi addosso, li ha ritrovati, forse erano scomparsi nel cesto dei giochi, in fondo alla stanza. Mani piccole che a volte non sanno sbucare dalle maniche. Non dico niente, resto lì, tratteggiata in attesa che i suoi puntini finiscano di riempire la linea sottile delle aspettative. Quelle che una madre non dovrebbe avere. Quelle che ogni persona ha. Che ti versano intorno, ti rovesciano, ma ti saziano, anche, quando gira giusta.
Lascia a terra, senz’avvedersi, il tono di lamento, il freno stridulo che lo tratteneva, che mi teneva i pugni chiusi nelle tasche. La voce si alza e si gonfia, è un aquilone leggero.
Ride, Sarah, forte come uno squillo, è il fratello che la insegue, dal divano, dietro, intorno al baule, al tappeto rimasto storto testimone di una guerra felice. Piccole cose.
Sono questi momenti che scuciono le tasche.
La grandinata dei passi sulle piastrelle, i gridolini della sorella che gli salta in groppa, si riempiono d’orgoglio quei due grandi occhi blu: hanno capito che sono capaci di dare gioia.
Un video di musica alla tv, sola eccezione al volume 5, tiriamo su fino a 15, 20, lei balla scuotendo le braccia, il bacino. Lui muove le gambe come un rapper, poi passa a scendere sui ginocchi, break dance che buca l’ennesimo paio di calzoni. Quando la musica si placa rallentano senza bisogno di prendere fiato: è la stessa energia senza fine né ostacoli, quella che implode nelle smorfie, che gocciola nei lamenti, che s’infrange negli urli. Che ora si addomestica in un lento: i miei bambini abbracciati ballano corpo a corpo.
Piccole cose, dritte come frecce di Cupido, dentro all’animo, la strada rapida delle emozioni. Senza passare dalla ragione. Senza il bisogno della ricerca. Piovono. Basta avere le mani aperte, i palmi rivolti all’insù.

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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