Altre Verità

Non si lascia ciò che non sei pronta a lasciare

Non si lascia ciò che non sei pronta a lasciare.

Perciò sii gentile. Ti prego, sii gentile.

Quello che non riesci a fare non riesci a farlo perché hai dei tempi. Non è solo il germoglio, non è solo il seme, il fiore, la pianta di cui si dice sempre. È anche morire, marcire, decomporsi, sciogliersi: che richiede tempo.

Questo dovrebbero capirlo, quei personaggi illustri seduti a scrivanie di radica.
Questo dovrebbero saperlo, quei dottori che prendono cento euro l’ora. O quei maestri che insistono sul lasciar andare.

Non si lascia ciò che non sei pronta a lasciare.

Se lo avessi saputo. Se avessi avuto per me la gentilezza che nessuno ebbe, io nemmeno.
Se avessi avuto la cura. Che adesso sto imparando.

Che c’è un motivo valido se stai attaccata alla roccia. Anche se scortica le mani, tesoro.

Come quelle mattine che Isabelle cresceva e la gioia di stare insieme, la magia del giorno alla finestra, veniva a intermittenza. Come una lampadina pronta a bruciarsi. E quella paura che, un giorno, non si sarebbe più accesa.

Così fu. La gioia. Smise. Di accendersi.
E fu una piccola morte muta.

Non si lascia ciò che non sei pronta a lasciare.

Non è mai il cuore a buttarti fuori casa. Ma tu hai fretta di dirimere il dolore. Di risolvere. Di far collimare il fuori, i suoi tempi, le sue sparizioni: con il dentro, i suoi rallentatori.
Di ricomporti per tornare nel mondo.

E se non ci tornassi, nel mondo? Se invece di ri-comporti fosse tempo di de-comporti? Se adesso il solo posto dove devi stare fosse proprio in quella cosa che non sai lasciare? Starle così addosso, e starti così vicino che a un certo punto lo sentirai. Che puoi. Che adesso sai.
Se smetti la fretta del mondo. Delle tue pretese. Di quelle altrui.

Se tu sapessi quanto è lento il cielo nello sparpagliare le stelle. Quanti anni luce servono per viaggiare nello spazio. Quanti secoli e millenni ci sono voluti per fare tutto ciò che ora ritieni ovvio ai limiti dell’inevitabile.

Se tu sapessi tutto questo, se tu provassi, per un momento, adesso: a ricordarlo.
Non lasceresti andare ciò che non sei pronta a lasciare. E ti perdoneresti.

Finché il tempo del cuore coincide col tempo del dolore nell’unica esattezza possibile.
E ti fidi che un giorno arriva finalmente quel giorno. Che ti alzi e sai: che puoi lasciar andare.

Pensieri rotondi

 

[Photo by Usukhbayar Gankhuyag on Unsplash]

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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