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Altre Verità

Noi la libertà la dosiamo, ma non lo sappiamo

SIAMO ABITUATI A DOSARE, MA DOVREMMO IMPARARE AD OSARE

 

«Sei libera».

Una persona ti dice così. Ti ha dato mille indicazioni, non le hai seguite. Ti ha dato consigli: non li hai avvallati. Ti ha ascoltato: ti sembrava non cambiasse nulla. Poi un giorno ti dice: «Sei libera. Completamente. Fai o non fare. Sei libera».

Che suono ha, la libertà?
Quale paesaggio?

Mi tornano le campanelle di scuola. Vacanza. Ma quelle vere, dopo le elementari, le medie o le superiori: quelle che i compiti non li avevi.
Il dlin-dlon dell’ascensore: chiudersi la reception di quell’impiego da poco alle spalle, rovesciarsi nel mondo: estate. O anche solo le sere, ogni sera: alle diciotto era come scappare di galera.
La fine di un rapporto che credevo indispensabile: estrarsi quel laccio dal cuore, slegarsi. Dire: «Non ti amo più». Era come tagliarsi, nella paura. Ma nei fatti ricuciva, mi faceva tornare intera.

Una volta ho scritto: «“Libera” e “sola”, è la stessa parola».

Perché la libertà noi ce la dosiamo. Come il sale gli ipertesi. Non è questione di rispettare il prossimo. Non è quella cosa imparata sui banchi di scuola, quando con enormi astucci eretti a barriera per non far copiare il compagno, invadevamo il suo lotto. E allora la maestra ci riprendeva: «La tua libertà termina dove inizia quella del tuo prossimo».

Noi la libertà la dosiamo, ma non lo sappiamo. Svendiamo il suo nome a mille fratelli e sorelle minori:

per esempio al «risparmio», per cui non vale la pena fare quel viaggio. Oppure alla «responsabilità», per cui i figli vengono prima. Il lavoro sicuro è più importante della passione. O ancora il «buonsenso». Che si affaccia sui nostri guizzi interiori come le cesoie sui vasi di gerani: «Vorrai mica fare questa sciocchezza!»

E se fossimo sciocchi? Dannatamente sciocchi. Per un giorno. Squisitamente insensati.

Io credo che

la libertà è la faccia buona della paura, ma noi preferiamo la seconda.

Credo che davvero «libera» e «sola» è la stessa parola: perché nessuno può scegliere al posto tuo. E allora è più facile mettersi in coda. Noi le code le saltiamo solo quando siamo in posta o all’INPS.

Noi vorremmo lanciarci, ma ci serve di vedere che sotto c’è un fottuto enorme materasso.

E una ola di persone a fare il tifo. E, indovina? Se davvero ti lanci, le volte che lo fai e ascolti solo te stesso, difficilmente avrai uno stuolo di sostenitori.

Noi vorremmo sapere che le ali si dispiegheranno, e che se ci va di sfiga almeno il paracadute si aprirà perfettamente.

Ma questa non è libertà. Questo è calcolo delle possibilità.

E, forse, c’è più solitudine in un materasso che disponiamo ripetutamente per piccoli salti da uccellino: che in un volo a costo del vuoto.

 


«Nature loves courage. You make the commitment, and nature will respond to that commitment by removing impossible obstacles. Dream the impossible dream and the world will not grind you under, it will lift you up. This is the trick. This is what all these philosophers who really counted, who really touched their alchemical gold, this is what they understood. This is the shamanic dance in the waterfall. This is how magic is done. By hurling yourself into the abyss and discovering it’s a feather bed». (Terence McKenna)


[Photo by Artem Bali on Unsplash]

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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Commenti 3

  1. Noemi Bengala

    Penso che fare le sciocche più spesso ci farebbe tanto bene. Non trovi? La paura più grande che ho è quello di trasmettere, ovviamente non volendo, troppi dictat a mia figlia. Spero di farcela!

    1. Post
      Author
      Maddalena

      Fare le sciocche è più facie coi figli piccoli. Ma noi possiamo fare la nostra parte perché, crescendo, mantengano quella leggerezza giocosa che tanto amiamo. Fare scelte libere non per forza viene insieme, ma una certa apertura mentale va educata, nel senso più originale del termine. Credo che tu, cara Noemi, sia decisamente una di quelle con meno problemi a riguardo: e laddove tentenni, te ne sai accorgere. 🙂

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