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Maternità

L’amore non basta a educare

CERTE COSE LE DEVI CHIEDERE, INSEGNARE, PRETENDERE

 

manichini_wprnTi trovo sul letto. Sdraiato, a pancia in giù, i gomiti puntati su Geronimo Stilton. La tua posizione abituale. Sembri già un ragazzino, di quelli con mezzo culo fuori.

Alzi appena gli occhi, m’intravedi tra la frangia che non ti ho tagliato. Sono sfinita, oggi. Sei grande abbastanza per Geronimo, per i jeans portati bassi, per giocare da solo con la tua sorella minore: i cuscini del vostro divano sono ammassati in forme improbabili, si entra in camera per due spanne. Poi, non c’è lo spazio per un piede, salvo la zattera del tuo letto. Però sei piccolo, ancora, sette anni ingoiati in un secondo quando si tratta di riordinare, quando una cosa da poco ti urta. Hai questo vezzo qui, tu, voi, i bambini: fare la spola tra un’età e l’altra, secondo il momento.

A me resta l’illusione di un timone: fissare la rotta, darvi l’indicazione di quando indietreggiare negli anni non è concesso, è un fuori gioco. Il come devo lasciarvelo, lasciare che la vostra indole interpreti.

“Patrick cosa fai?”
Grugnisci.
“Hai detto che mettevi a posto tu” ti affretti a specificare.
È vero, tu giocavi con la piccola, io riordinavo. L’ho detto.
“Non hai neanche voglia di aiutarmi?”

Rimani lì, a volte dondoli un pochino il tallone per aria, le gambe piegate in su. E in un attimo entra dentro tutto: mia madre voleva che collaborassimo in casa, rifare i letti, riordinare le nostre cose, apparecchiare. Non lo capivo. Era o non era casa sua, quella? Era o non era una casalinga, lei? Io avevo i compiti da fare, avevo già il mio dovere. Non dire parolacce, salutare con garbo, ascoltare i loro consigli, credere al nostro bene: questo potevo ammetterlo.

Però adesso guardo mio figlio e di colpo vorrei dire: me ne frego, in fondo, se non saluti sempre con il sorriso, se non dici subito grazie alla panettiera che ti regala una focaccia. Me ne fotto del perbenismo da manichino. Ma non accetto che l’amore sia un pasto così magro. Che noi, tuo padre e io, incessantemente vi somministriamo anche sotto la forma di esempi, di buone azioni, di desiderio, di premura, di cura. Eppure lo digerite in fretta, avete fame, di nuovo. Sempre. E non ricambiate con eguale naturalezza.

Ti interrogo, sono incredula: “Non hai voglia di darmi una mano? Non ti interessa far piacere agli altri, fare una gentilezza non per dovere, ma perché ti viene dal cuore, fare una cosa bella, vedere che fai felice tua mamma, tuo papà? Perché a noi piace, invece. E dovrebbe essere naturale fare il meglio. Naturale, anche se a volte è faticoso.”

E quei discorsi di mia madre, sull’aiutare, sul bisogno di essere gentili ora mi sembrano una triste verità. Necessaria. A una certa età, in qualche punto dello sviluppo i bambini smettono l’istinto spontaneo al soccorso, al mutuo sostegno. L’amore chiama amore eppure inciampa.

Ti lascio lì, ho capito che vuoi stare da solo.

Tornerò tre volte, la mia faccia sfinita per mille altre cose non ti tange. Io invece sono in tumulto: l’amore non basta a educare. Certe cose le devi chiedere, insegnare, pretendere. Ottenerle poi, per senso del dovere.

Dopo un’ora verrai in cucina: “Mamma, ho messo a posto.”

Compassione? Paura di farmi arrabbiare? È vero, non eri tenuto. Mi hai fatto un piacere, ti dico grazie, ti strofino i capelli. Non saprò mai se anche a te ha fatto piacere aiutarmi. Saprò sempre che non mi basta l’obbedienza.

La vera sfida non è ottenere il gesto, l’aiuto, il rispetto delle regole, l’ascolto. La vera sfida è contagiare le azioni di quello stesso affetto, dello slancio, la dolcezza e il desiderio che versiamo in un bacio, in una lettura insieme, nella sorpresa di un gioco nuovo, nell’ordinarietà di un oggetto amato.

 

Con questo post partecipo al brainstorming delle StorMoms – Tema di questo mese “Educazione, la nostra sfida” – ‪#‎EduchiAMO‬.

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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Commenti 16

  1. Daniele

    magari mi sbaglio, ma forse quello che cerchi è ancora non possibile a sette anni, forse devi avere una maturità che i sette anni non gli consentono… che ne pensi cara amica?

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      Maddalena Capra Lebout

      Probabilmente è come dici tu, eppure credevo bastasse viverci dentro, nell’amore, nei gesti, nella dedizione, per assorbirli e restituirli spontaneamente… Insegnare queste cose e ottenere sterili obbedienze mi rattrista.

  2. Daniele

    per il momento è (forse) una sterile obbedienza… vedrai che seminando bene otterrai degli ottimi raccolti 🙂

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  3. Esther

    La tua vita è un po’ la mia, il tuo bambino un po’ le mie bambine. Tu scrivi ed io penso che a volte provo anche io le tue stesse sensazioni e emozioni. E a volte mi consola. Forse è vero che chiediamo troppo, che se diamo, vogliamo più o meno apertamente ricevere altrettanto. Credo comunque che sia presto per raccogliere ciò stiamo seminando…
    Buona serata.
    Esther

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  4. veroveromamma

    credo che l’esempio facciala differenza……. mia figlia di 7 anni come iltuo ….. l’altro giorno mi ha aiutata a riordinare il loro armadio…..dicendo :-” mamma tu mi aiuti sempre quando telo chiedo e io oggi aiuto te perchè me lo hai chiesto:-! sono rimasta basita …..avolte urlo e sbraito per farmi aiutare a fare il minimoindispensabile e non ottengo niente ….invece con l’esempio il faticoso esempio a volte si ottiene più che con l’obbligo……
    dai forza che seminando si raccoglie…

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  5. LaVitaFertile

    Lui avrebbe potuto intestardirsi sul non voler aiutare, invece alla fine lo ha fatto. Forse aveva bisogno di decidere tempi e modi dell’attività di aiuto, per sentire di avere controllo sulla situazione. Credo che, lasciando loro i tempi giusti (e nessuno può dirti quali essi siano, dipende dal bambino) e non forzandoli, perchè l’obbedienza ottenuta con la forza non ha relazione con l’interiorizzazione dei valori, che invece dipende dall’esempio, loro piano piano capiranno. Tu sei meravigliosa, te lo dico sempre. Ma non te lo riconosci. Brava mamma!

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      Maddalena Capra Lebout

      Bisogna fare come coi mariti: fargli fare le cose lasciando creder loro di esserne padroni 😉 Scherzo, il tuo consiglio è ottimo, il rispetto dei loro tempi è una buona chiave, anche se c’è sempre il rischio che diventino infiniti… Sei troppo gentile, Carmen, e, lo sai, ti stimo molto, quindi grazie perché le tue parole per me sono sempre preziose.

      1. LaVitaFertile

        Dopotutto piace a tutti (pensare di) avere il controllo sulla propria vita, mariti e chi per loro… hehe 😉 Bacio

  6. giomamma

    hai ragione Maddalena….anche per me è frustrante riscontrare quest’ obbedienza vuota ottenuta inoltre dopo una serie di suppliche e svariati richiami….anch’ io rimango inevitabilmente delusa dalla mancanza di spontaneità a volte…forse come hanno giustamente commentato ci si aspetta tutto ciò precocemente….e qualche volta capita che loro per farmi una sorpresa tirino a lucido una stanza o si rendano servizievoli in maniera dolce e mai forzata…come in questi giorni che sono rimasta bloccata a letto per una tonsillite che mi ha prostrata….tutti intorno a porgere un cuscino, a offrire un bicchiere d’ acqua a modulare la voce per non disturbare…e sono stati bravi anche con il papà che si è ritrovato solo a gestirli…ecco forse questo ripaga di tutti i no ed i rifiuti che spesso non riesco a comprendere….chissà forse l’ educazione all’ amore porterà con il tempo anche tutto il resto….bacio

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      Maddalena Capra Lebout

      Quindi l’istinto del buon samaritano ce l’hanno? Insomma bisogna ridursi con una tonsillite? 🙁 Mi spiace per te, Giò, però mi fa molto piacere che tu abbia fatto scorta per tanti momenti di ‘suppliche’ come le hai giustamente chiamate. Non abbiamo altra scelta che continuare a mettere nei gesti l’amore dei baci. Meglio senza problemi di salute :*

      1. giomamma

        già…però noto che una propensione all’ amore e alla cura l’ interiorizzano….magari non la esprimono nel quotidiano come vorremmo, e sarebbe una favola, ma dentro la conservano….magra consolazione??? forse no….e chissà che non cresca piano piano insieme a loro e a noi….ciao!!!!!!!!

  7. mamma avvocato

    secondo me, continuando ad insistere con l’esempio e l’amore, prima o poi riceveremo più di sterile obbedienza…che poi io a volte mi accontenterei anche di quella, eh?

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