I beffardi

La Donna di Casa e il Pattinatore

L’OTTIMISMO È INUTILE, DANNOSO, E IN OGNI CASO POCO PRATICO CON I CONDIZIONATORI

 

Ci hanno montato il condizionatore a fine dicembre (chi ha letto il mio libro «0 virgola 6» ricorda bene). Provarono uno split su tre. O forse tutti, ma per pochi secondi. Avevamo altro cui pensare. Io, almeno. Mio marito peccò di superficialità, così gli avrei detto sei mesi più tardi: «Porca miseria, potevi assicurarti che andassero bene, farli girare per un po’». Ma lo sappiamo entrambi: non è colpa sua, la storia infame di quei macchinari. Né è colpa sua se poi, qualche mese dopo, cominciamo a sospettare che non funzionino.

Quando si è rotta la caldaia (sì, lo so: abbiamo destini infausti con gli elettrodomestici) ho provato di nuovo: va’ che li accendo su caldo, deumidifico e scaldo e amen, anche se è fine maggio. Non andavano.

Si accendeva la spia, si dispiegava quell’aletta del cazzo. E poi puuuuf, l’aletta tornava dentro come quelle lumache quando ti avvicini al guscio.

Mi studio il manuale, mi applico. Una paginetta in cui bastano due righe, stando a quanto leggo: del tipo premi on, setti la temperatura, setti la forza della ventola. Mi viene il dubbio che sto stupido è su «automatico», controllo che la temperatura impostata sia diversa da quella ambiente, ché se no magari non si mette in moto: «Ah signora, io che mi applico a fare, se già c’hai i gradi che vuoi te? Anche tu, mica che leggi il manuale se va tutto giusto, no?» E così non partiva. Stremata metto un fantozziano 18. E adesso parti, genio della Daikin!

Ma quello s’accende, fa due tiri come quelli che «no grazie non fumo» però tanto t’han rubato il cero. E poi… indovinate? E poi:

PUUUUF, abbassa la sua aletta, sfinito, a riposo, come i condotti di chi dimentica il Viagra.

E così serve una specie di coraggio per cominciare a immaginare l’inimmaginabile: «Amo’, è rotto».

Non c’è altra spiegazione.

Il marito si becca saltellanti e acidi «te l’avevo detto» della sottoscritta: la prova scientifica che

l’ottimismo è inutile, dannoso, e in ogni caso poco pratico con i condizionatori.

Finché contattiamo il tecnico.

Ma contattare il tecnico non vuol dire contattare il tecnico: vuol dire sentire in negozio (e nota che siamo andati in una bottega, non in un megastore), dove spieghi tutto. E poi ti chiama il gestore, che si sente responsabile. E rispieghi tutto. E poi dice ti mando il tecnico. E a quel punto interviene la Donna Di Casa (io), inviperita a difesa del nido, delle ore, e dei pavimenti: «No, scusi. Che venga una volta sola. No che mi arriva a metà mattina solo per vedere e per dirmi che deve tornare». Il marito che esala al gestore «posso chiamare il tecnico?»
La Donna Di Casa che imperversa «ma come “posso?” Ma posso un cazzo. Gli dici che il tecnico ti chiami lui, e che venga, e se non è il suo orario di lavoro gli paghino gli straordinari, ma che venga quando noi possiamo».
Alla fine, finora: il gestore ha guadagnato dalla vendita. Il commesso ha guadagnato dalla vendita. Il tecnico ha guadagnato per il suo lavoro. E noi siamo gli unici che non hanno guadagnato nulla. Hanno solo speso.

E infine arrivano. Oggi. Gestore e tecnico.
Mio marito – ormai timorato della Donna Di Casa più che di Dio – gli infligge i copriscarpe. Ma i due sono già entrati, così, spavaldi come fanciulli, nonostante le chiare direttive di lui.
Allora Ella s’impone. Mentre lui consegna quei due puffi azzurri e sgonfi da applicare ai piedi.

«Ah no, io quegli affari non li metto», il tecnico rifiuta il collaudo.
«Certo, è casa mia, li metta».
«No, no. Che se poi scivolo!»
«Ma cosa vuole scivolare?»

E insomma il gestore intercede. E fallisce.
Il tecnico dichiara che o non entra, o entra con le scarpe.
«Mi scusi, ma questa è casa mia e le regole le decido io. Lei mi ha già montato male le macchine e causato un disagio».
E così fanno che il Gestore è dentro, il mancato pattinatore fuori.

Ora siamo qui a perdere un tempo che a noi nessuno paga, il tecnico che quindi letteralmente rifiuta di entrare a guardare il guasto. Il gestore che parla di caldo e di piscine per distrarci, e qua e là si parlano, i due, gridando da dentro a fuori l’appartamento.

Cos’ha il condizionatore non lo so. Ma sarei tentata di dirvi nome e negozio dove lavora costui, per semplice Pubblicità Progresso.

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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