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Maternità

Incoscienze

L’ISTINTO NON HA SEMPRE RAGIONE

 

dsc01232_wprnScusa.

No, scusa non basta.
Sono costernata. Sinceramente prostrata dinnanzi a tale scempio.

E dire che oggi eri anche brava. Capisco i giorni scorsi, una sintesi convincente di quei terrible two che mi vantavo di aver schivato. Capisco anche la stanchezza, la domenica sera (te lo ricordi che detesto la domenica sera, no?). Capisco che l’autunno non è la mia stagione prediletta. Ma poi no, non è che fossi sversa, ero, anzi, leggermente entusiasta, una specie di Ferrarelle, semieffervescente guardandovi tutti e tre a picniccare sul tappeto del salotto, abbracciando con entusiasmo la mia proposta: “La donna delle pulizie viene domani, dai, stasera si fa picnic in salotto!”

Eravate finalmente (di nuovo) bellissimi, ondulati senza eccessi, vivaci senza stordirmi, bambini senz’essere mocciosi. Un quadretto impressionista.

E allora poi cos’è successo?

Non lo so, è stato un attimo. Un attimo prima infarcivo tre minuscoli spazzolini da denti e aiutavo loro a pulirsi le arcate, un buco qua e là, un dente sì e uno no. L’Häagen-Dazs mi aspettava in cucina, Patrick stava già andando in camera per la notte, avrei letto, baciato, salutato, rimboccato coperte.

Un attimo dopo ho deciso al volo. Quei capelli che le vanno sempre negli occhi, quel ciuffo che la molletta le scivola via, vola come una farfallina, e non arriva alla coda, se ci arriva scivola anche lì… L’ho pensato tante volte, va’ che se ti faccio la frangetta, magari stai pure bene, sei più libera, e poi ti si arrotonda il viso.
Adesso alla Isa le è venuto il doppio mento, sarà che si trinca tre brick di succhi di pesca al giorno, e un fracco di cagate, ché sua madre non è proprio nutrizionista di professione, è una che dice ma sì domani mangiamo meglio, domani sto più attenta, le vitamine, i 5 colori. E poi fanculo. E allora chissà, dai, sì, un giorno le faccio la frangetta, le taglio quei due pennelli di capelli sottili che le cadono addosso, magari ti si drizzano anche gli occhi. Prima che ti porto, per davvero, dal primo oculista della tua vita, ché non mi han mai convinto, quei tuoi occhioni scuri, sono due fantastici globi densi ma paralleli esatti non si può dire.

L’ho pensato tante volte. Ho aperto il cassetto, te l’ho anche chiesto: Isa, ti taglio il ciuffo, ti faccio la frangetta?

E lo sapevo che non era nemmeno il momento adatto, così, il culo sul bordo della vasca, io. In piedi un po’ troppo in basso, lei. Domenica sera, che Patrick è già di là, che cosa ti metti a fare adesso? penso, non è il momento, Madda, non è proprio il momento. L’istinto, sì, ma dai, al volo, le forbici: le ho già in mano. “Allora, Isa?”
Ma sì.

Perché hai detto sì?

Non lo so cos’è che ho sbagliato, a tuo fratello li tagliavo, una volta, andava bene. Sei anche ferma, ti drizzo un po’, sforbicio tre o quattro volte. È che sono partita troppo corta, ti ho fatto che sembri lo scopino di un cesso. Dio Santo, Isabelle, l’avesse fatto tuo padre avrei bestemmiato. Sarah è rimasta ammutolita, io mi sono ingoiata il mio stesso shock per non terrorizzarti. Tu… tu eri felice e leggera, sei corsa da papà, l’ho sentito girarsi verso di te: “Che c’è, Isa? Nooooooooo, ma è orribile!”

E come dargli torto?

Ora scegli: i prossimi giorni o mollette o cappello.
Per un paio di mesi non comparirai in alcuna foto, semmai dovesse accadere mi impegno a firmarmi come responsabile.

Quanto ai miei sensi di colpa ti autorizzo, per i prossimi giorni, a:
– chiamare il telefono azzurro per averti sfigurata
– svegliarti di giorno e di notte, non importa quando e quanto a lungo
– giocare con me a tempo indeterminato
– chiedere qualsiasi cosa, e ti sarà data

Quanto a me, spero di ricordarmi, domattina, come ti ho lasciata, per evitare che una mia violenta reazione possa spaventarti.

Ti ringrazio per la tua ingenua, infinita fiducia nel mio (pessimo) istinto materno, e l’incoscienza con cui fronteggi, a testa alta (cazzo se è alta), la mia incoscienza.

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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Commenti 10

  1. Silvia

    Dai su che l’abbiamo fatto tutte!!! Che ridere, povera frangetta! Rebecca una volta l’ha avuta a scalini. Ma gliel’aveva fatto suo padre, lo scempio, quindi ha rischiato la vita. 🙂

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      Maddalena Capra Lebout

      Da un padre possiamo aspettarcelo, e possiamo anche infierire 🙂 Ma non so, credimi, al maschio li ho sempre tagliati, li tagliavo anche a mio marito, da ragazza li tagliavo anche a me, anche corti. E’ che ultimamente le scelte d’impulso portano sempre in direzione sbagliata, non so perché.

  2. Giovanna

    Cavolo, lo sai che le faccio pure io queste cose? Ridevo amara, perché mi son riconosciuta! non tanto per il taglio della frangetta ( fatta! Scempio! 😉 ) più per quello stato mentale, lo stesso, tra esaltazione e coscienza tirubante!! E poi il senso di colpa che per riscattarti gli concederesti di tutto ahahah! Capita Maddalena, capita, fortuna che ricrescono 😉 almeno il danno è limitato nel tempo 🙂

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  3. Mamma avvocato

    Oh mamma! IO per evitare, lo porto dalla parrucchiera, giusto una volta l’anno, eh. Dieci euro, 20 minuti ed è fatta!
    Comunque, se può consolarti, a mio figlio lo ha fatto la suocera, così non ho potuto neanche insuotarla a dovere!!!

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      Maddalena Capra Lebout

      Adesso il ‘grande’ va dai cinesi col papà: ogni volta che torna devo aggiustargli le basette perché gli fanno due ciuffi appuntiti da donnina 😉 Invece Sarah non ha mai tagliato i capelli (quasi 6 anni: lo so, da non crederci), e la Isa ha subito questo mio primo taglio shock, dopo il quale prometto di abbandonare le forbici (i cinesi avranno una cliente in più).

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