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I beffardiMaternità

In caso di vacanza

SCUOLE APERTE, UN SOLO FIGLIO A CASA. SCUOLE CHIUSE: 3 FIGLI A CASA. IO: COMUNQUE A CASA.

 

Non so voi. Anzi: lo so. Se le scuole sono aperte voi siete a lavorare. Se le scuole sono chiuse voi siete a lavorare. E i bambini dai nonni. No?

Be’, qui funziona all’incirca così: scuole aperte, un solo figlio a casa. Scuole chiuse: 3 figli a casa. Io: comunque a casa.

Ecco come (soprav)vivo nei periodi delle loro vacanze:

Al mattino, intorno alle 11, li accolgo con un dolcissimo buongiorno, la torta appena sfornata emana il suo aroma inebriante. Tutti accorrono felici e impazienti. Poi li coinvolgo nello sparecchiare, loro aiutano con entusiasmo nel lavare i piatti, rifanno i letti mentre ancora glielo sto dicendo. Giocano tra loro e riordinano ogni cosa prima di farne un’altra. Normalmente, a turno, assecondano i gusti dell’altro così da non creare risse o contese. Logicamente soccorrono la più piccola se non le riesce qualcosa.

Nel caso in cui io abbia un’indomabile ispirazione a scrivere mi lasciano andare in studio e si gestiscono in piena autonomia. Nei momenti di noia il vantaggio di avere tre figli appare subito evidente: c’è sempre qualcuno che ha l’Ideona che salva la truppa dalla minaccia del tedio. La tv è accesa solo nei momenti di relax, e vede protagonista un incredibile altruismo per il quale ognuno di loro vorrebbe declinare la scelta del programma per favorire gli altri due, oppure si trovano inequivocabilmente concordi su quale cartone guardare.

Durante il sonnellino di Isabelle siedono composti con una scatola di pastelli, che temperano diligentemente in un piattino autofornitosi, che poi diligentemente vuotano nella pattumiera giusta. Se mi vedono affaticata si offrono di stendere il bucato, ma la gara a chi è più bravo trova rapida soluzione nel differenziare le mansioni, in modo che ognuno spicchi per la sua personale inclinazione.

Quando il babbo rientra la sera trova: una madre rilassata nella vasca da bagno coi sali. Un figlio che ha già finito i compiti e aiuta l’altra nei suoi. L’ultima che canticchia alle bambole mentre le pettina. Salotto e camere sono in ordine. L’ingresso è impeccabile. Solo in cucina appaiono stoviglie sul bancone e sui fuochi: la cena è già in cottura.

Vi piace?

Ecco, nella verità, i punti saldi di una sopravvivenza e di una convivenza festiva:

– Colazione: merendina.
– Pranzo: sofficini.
– Merenda: merendine.
– Caramelle ogni volta che si comportano bene.
– Voce alta ad libitum. Minaccia libera, punizioni ripristinate.
– Tv in dose doppia rispetto al solito, con libero utilizzo del telecomando.
– Giochi mediati costantemente dalla sottoscritta per evitare risse (o interventi a risse già in atto).
– Aiuti domestici: coatti.
– Compiti: coatti.
– Riordino: dato non disponibile.
– Princìpi educativi: rimandati.

Il detto-cult di una mamma coi figli a casa: rimanda a domani la buona madre che non puoi essere oggi.

 

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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      Maddalena Capra Lebout

      I miei sono adorabili, ma nel foglietto illustrativo c’è scritto “usare con cautela” 😉 Nel senso che essendo io a casa normalmente li chiamo se proprio non posso stare coi figli o se sono stremata…

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      Maddalena Capra Lebout

      Giulia cara,una cosa alla volta: avrai il vantaggio che due su tre hanno la stessa età. Certo, il numero 3 non è un numero equo, comporta difficili equilibri relazionali, ma averne 3 di età diversa in questo periodo mi sta dando parecchi “disturbi” 😉

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