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I beffardiMaternità

Il venditore

CHI NON HA TESTA HA GAMBE. E CAPACITÀ PERSUASIVE

 

In Francia si dice “chi non ha testa ha gambe”. Forse anche in Italia, non saprei.

Be’ io la testa ce l’ho, e a marzo ho cominciato a ventilare l’idea di un condizionatore a chi porta i soldi in questa casa-termica. Ad aprile, a riscontri dispersi coi primi aromi floreali, il mio appello si faceva via via più insistente. A maggio, avvicinandosi al periodo di fuoco (sia per la colonnina di mercurio, sia per il traffico che questa genera intorno all’acquisto di climatizzatori), il mio slancio si fa un po’ più riservato, sbiadendo man mano e lasciando incerte tracce di “ma poi non mi hai più detto se.”

Fino ad arrivare a giugno.

Ora: o questo è il giugno più bastardo che io ricordi, o la matura età ha leso irrimediabilmente la mia tolleranza alla canicola. Di fatto il vago procrastinare di lui è presto spiegato da piccole differenze nella vita quotidiana.

  1. Egli esce al mattino e per otto ore di fila beneficia di frescura gentilmente offerta dall’azienda in cui presta onorato servizio. In quelle stesse ore io – variabilmente accompagnata da figli da 1 a 3 – scelgo tra l’afa di casa e quella esterna.
  2. L’ora di pausa può essere liberamente spesa in quello stesso ufficio refrigerato, ovvero in qualche bar-ristorante-bistrot-salamadonna: comunque fresco. Sola eccezione: se proprio hai deciso di farti i 108 saluti al sole nella giornata mondiale dello yoga (ndr: 21 giugno), debitamente a digiuno di aria condizionata che pregiudicherebbe i valori yogici (e, forse, anche l’idea di “sole”). La mia “ora di pausa” (?) è cucinando oppure acquistando pizzette onde evitare di usare i fuochi, nella panetteria adiacente: spalancata su due fronti su strada e provvista unicamente di un piccolo ventilatore.
  3. Alle cinque imperativa la raccolta figli dall’oratorio, con passeggiata fino a casa lungo la strada più tempestata di resti corporei canini che io abbia mai visto né annusato. Vapori coadiuvati dai 37 gradi. Bandito ogni parco giochi dove lo scivolo può solo valere a barbecue e le altalene portano ancora i peli delle chiappe dell’ultimo temerario. Lui forse sclera in ufficio nell’ultima ora in cui normalmente si addensa tutto quello che oggi dovevo finirlo e invece, ma a parità di sclero almeno sclera fresco.

Finché tra una biciclettata e l’altra da e per l’ufficio nonché a pelle-cotta nel sonno il mio prode cavaliere boccheggiante incomincia a presentare segni di serio coinvolgimento alle ultime esalazioni della mia domanda. Ed io ritrovo un piccolo entusiasmo. Che gli offro accanto a un doveroso: “Amore mio, adesso me lo dici? Va’ che ormai non si trova un cazzo. E anche se trovi, non trovi chi te lo installa.”

Ed è lì che arrivano le gambe (quelle di chi non ha testa).

Prima si chiude in una ricerca serrata a pc. Poi si affaccia ai miei occhi severi come lo scolaro diligente, “guarda cosa ho trovato”. Ha preso appunti, annotazioni, stampe. È decisamente “imparato”. E così ci carica tutti e cinque alla volta di Leroy Merlin.

– No, questo non l’abbiamo…
– Ma sul sito c’è scritto che…
Il sito non era aggiornato.
– Questo nemmeno. Sì per la posa poi sono altri dieci giorni. Sì, dal preventivo. No, il preventivo si fa dopo il sopralluogo. Sì, il sopralluogo si fa dopo cinque giorni dalla prenotazione. Sì, per prima cosa bisogna prenotare.

Va bene grazie ciao. Che tanto la prenotazione basta farla online. Così dice lui (“Ma io pensavo che”).

Il sabato seguente siamo ancora lì. Ancora tutti e cinque. Perché il sabato è della famiglia. Tutti a comprare questo climatizzatore (uno dei pochi ancora disponibili). Perché, di fatto, la prenotazione va fatta di persona. Bingo.

I bambini li trasciniamo promettendo un Happy Meal a testa. Molleranno le patatine e il panino, le coche resteranno a metà, e avremo il culo del solo Mc Donald’s dove l’aria condizionata è frutto del pensiero. Ma almeno avranno una fochetta a testa. Da far poi strisciare per terra nel successivo Leroy Merlin, mentre il babbo riavvia le contrattazioni.
– No, questo l’abbiamo finito. Sì, costa di più ma questo c’è, allora vuole prenotare?
E il resto della procedura ormai la sapete anche voi.

– Amore!

Sono sbrandata su un pallet, gioco con Sarah a indovinare cosa fa, prima balla, poi sbadiglia. Ho un piccolo sospetto che non sia tutta finzione. Isabelle è occupata con le foche. Patrick insegue dove ha dimenticato la bottiglietta Lilia del Mc.

– Ho fatto. Ho scelto!

Il mio eroe. D’altronde alla fine è sempre in gamba. Mi posso fidare. In un modo o nell’altro cade sempre in piedi.

– Questo.
– Sì, tenga presente comunque che è lungo 96 cm, contro gli 80 degli altri – osserva il commesso.
– Ma sì, va bene.
– Ma non hai portato le misure?
– Ma no, ma ci starà. Insomma, ho pensato a tutto…
Ma anche no. Non ordino tutto sto ambaradan senza esser certa delle misure.

– E allora dovete tornare. È l’unica.
Mi sa che è anche l’unico. Ché mica torniamo in cinque.

E lì non vorrei svilire il mio Uomo, ma questo pomeriggio si era detto che finalmente mi prendevo un po’ di tempo per me. E invece mi toccheranno i figli, perché alla fine gli imprevisti ricadono su tutti.

– No, no, li porto.
– E come?

Il venditore si destreggia allora con scarsa abilità sciorinando nell’ordine: un k-way dal Decathlon attiguo (Ma papà, che me ne frega?), un vestito a scelta (Sarah sta per piangere), un gelato (Patrick piange francamente), una cosa che volete voi (Sarah, fortunatamente conscia delle sproporzioni, confessa “un giro a Leolandia”), una cosa grande che ha in mente ma che non sa se riuscirà. E qui m’infiltro: va’ che le promesse sono come le bugie. Cominci con una, poi non regge, non viene, non. E allora ne metti un’altra, e poi ancora. E alla fine non sai più come uscirne.

E insomma pare che oltre al gelato, al k-way, a un vestitino, compreranno anche un canestro. Comunque ce l’ha fatta. Venditore di aria fritta. E speriamo anche di aria fresca. A sto punto.

Chi non ha testa ha gambe. Ma – forse – non ha figli.

 

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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Commenti 2

  1. Chiara

    Che tu sia resistita al caldo tutti questi anni senza aria condizionata ti rende già la mia eroina 😂. Ricordo ancora la torrida estate milanese del 2015, a detta di amici trovare anche solo un pinguino nei negozi era impossibile, noi col condizionatore non si usciva mai di casa eccetto per andare a lavoro… Lo ammetto su certe cose sono viziata 😎

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      Maddalena Capra Lebout

      In generale sono freddolosa ma qui mi fregano due cose: l’umidità boia e l’addensamento di figli. Con la mammite. Siamo tutti (un po’ tanto) più nervosi 🙁 E non ti definirei viziata ma realista!

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