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I beffardiMaternità

Il tempo vola? Le mattine: no

MA SE I FIGLI CRESCONO A VISTA D’OCCHIO, SE IL TEMPO VOLA… COME VACCA È POSSIBILE CHE GLI INTERTEMPI SIANO COSÌ RIGOROSAMENTE IMMOBILI?

 

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Trovo inverosimilmente bizzarro, per non dire oltraggioso, che quel tempo che sappiamo volar letteralmente via guardando crescere i nostri bambini, sia lo stesso, arguto signore, che si permette di restare incollato come resina tra i capelli in queste mattine con la petite.

Che perdere il sonnellino delle 10 sarebbe stata cosa cattiva e ingiusta (per parafrasare parole sante), già lo avevo immaginato. Che questo momento sarebbe poi giunto, con grande probabilità, allo scadere delle vacanze, l’avevo predetto. Che sarebbe significato perdere la mia ora e mezzo di beatificazione occupandomi dei c. miei senza per questo smettere di sentirmi una buona madre, l’avevo messo in conto.

Ma che diamine: che il tempo restasse a guardarci come quel vecchio dirimpetto che alona sui vetri, senza scostarsi di un dannato cicinin, questo, signori miei, non l’avevo previsto.

Fuori è settembre, il mese dei buoni propositi, delle promesse a se stessi, dei cambiamenti, delle agende nuove: io i buoni propositi li considero il modo migliore per restare delusi da se stessi, le promesse non so farle neanche agli altri (fatta eccezione per i bambini), i cambiamenti mi destabilizzano, le agende cartacee ormai non hanno più senso, prendiamone atto. In qualche modo a settembre ci siamo arrivati, comunque, e, tutto sommato, ho tentato lo slancio di avere una sana e materna fiducia nelle nostre possibilità (mie e di Isabelle): “Sarà bellissimo, vedrai, fuori fa ancora caldo, non piove, non c’è vento, ci sono altre mamme al parco. E poi anche stare a casa è bello, troveremo il nostro ritmo, creeremo un sacco di buone abitudini e di preziosi ricordi. In fondo battezziamo una nuova era, è quasi eccitante.”

Alla terza mattina sprolata (senza prole causa scuola), la sottoscritta, madre a tempo pieno della petite, si avvede miseramente che i casi sono due: o è stata esageratamente ottimista prima, o è esageratamente scevra di pazienza, ora. Ché magari, nel giro di un paio di settimane (o anni), le cose ingranano.

Nel frattempo, queste prime mattine di casa quasi vuota (è il “quasi”, quello che frega), si svolgono all’incirca come segue:
-risveglio ore 7, colazione e preparazione matrimoniale dei figli (ossia condivisa, come d’altronde prevede la comunione dei beni)
-dipartita di 3/5 della famiglia alla volta delle mete obbligate (scuola e lavoro): ore 8.20 (siamo migliorati, ora Patrick fa in tempo a salutare papà e ad entrare senza essere lanciato attraverso l’ingresso)
-cucina già rassettata prima dell’uscita degli altri, il che rende immediatamente possibile l’avvio di attività ludiche con la petite. Ricerca di concentrazione, divertimento, giochi vari, sedute, in piedi, in camera, non in camera, con varie incursioni in cucina, un succo, un po’ d’acqua, una sbirciata al pc. Ti sembra di aver già dato molto, abbastanza, tutto. Guardi l’ora: 8.49. Ma come????
-Si passa a tetta-tv. L’ha chiesto lei “(L)ATTE”: zapping sfigato della massaia in crisi pre-depressiva. Programma preferito: “Cambio vita: mi sposo.” E abbiamo fatto le 9.12.
-“Leggiamo un libro?”. Dopo ampie manovre di convincimento, sbuca un libricino di 5 pagine cartonate. Ore 9.17.
-Tento la carta del cazzeggio autonomo: la petite si trasforma improvvisamente in glicine, avvinghiandosi con prepotenza alla mia gamba sinistra, tirandomi giù i calzoni, e slabbrando la maglia.

A metà mattina scruto se ha sonno: non ha sonno.
Scruto se posso uscire: piove.
Le do pasta, acqua, bicchieri. Cinque minuti per preparare, undici di gioco e travasi sotto mia supervisione. Altri cinque per rimettere le cose al loro posto. E siamo arrivati alle 10.07 del mattino. Che è come dire: NON siamo arrivati.

Ora vorrei capire come risolvere non solo la mia evidente inettitudine con la piccola, ma soprattutto un’annosa disequazione materna che mi assilla: ma se i figli crescono a vista d’occhio, se il tempo vola… come vacca è possibile che gli intertempi siano così rigorosamente immobili?

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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Commenti 6

  1. Emanuela

    Condivido: le mattine sono SEMPRE molto piu’ lente dei pomeriggi. Comunque non solo x chi sta a casa ci pargoli. A me succede lo stesso tutti i giorni in ufficio. E a proposito del fatto che il tempo vola e i figli crescono a vista d’occhio e allo stesso tempo ci sono momenti interminabili, come diceva il grande mito Claudio: ‘Domani ci sarà altra gente occhi diversi e voci e un cuore per segnare le ore lente e gli anni veloci…’

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      Maddalena

      “Le ore lente e gli anni veloci”: ecco, infatti. Ma prima mi andava bene che le mattine fossero lente, era uno spasso equilibrato tra scrittura e maternità…

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      Maddalena

      Cara Marina! Che onore e che piacere! Certo questo non risolve la lunghezza delle mattinate, ma il piccolo podio che mi assegni mi consola: si vede che mi capisci 😉 Baci!

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      Maddalena

      Ciao cara, sai che ti pensavo proprio in questi giorni? Sarebbe bello fossi davvero qui con me: ti farei tenere un po’ la Isabelle 😉 Grazie, un bacio

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