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Maternità

Il controviaggio della maternità

RITORNARE, POI, RIPROVARE LE DIVISE ACCANTONATE: È UN ALTRO VIAGGIO

 

Noi molliamo tutto per un viaggio.
Chiamato “figlio”.

Lo allattiamo, lo culliamo, lo interpretiamo.
Accatastiamo, da un lato della stanza, le nostre vecchie divise. L’io ragazzina, la fidanzata, l’impiegata, la donna in carriera, la sognatrice, l’amica. Ci stringiamo in un canto.

Non è una resa: è un miracolo.

Perché quando la giostra parte tu puoi fare due cose: salire e scendere continuamente, aggrappata alla velocità e alla precarietà di una corsa, scorgendo pezzi di te e pezzi di madre, parti di figlio e zone d’ombra. Ostinarti a salvaguardare un cencio della tua vita. A non farti corrodere.
Oppure: puoi salire e girare, nella meraviglia centrifuga della maternità.

Ci vuole coraggio. Ci vuole amnesia. Dimenticare le mezze misure. Inzupparsi.
Essere animali. Lo dico sempre: non siate donne con piccole persone. Siate mammiferi col loro cucciolo.

Quasi tutte ci riescono.
Chi prima, chi dopo. Entrano nella maternità e cambiano forma, diventano liquide, si plasmano. Quello che perdono, poco dopo non sembra più di averlo perso.
Perfino chi aveva un lavoro di riguardo, una carriera.

Siamo capaci, in fondo, di dimenticarci. Perdere il podio di noi stesse e avere il podio delle loro vite, essere in cima, la priorità assoluta e sacra dei nostri piccoli.

Noi molliamo tutto per un viaggio. Chiamato “figlio”.
Questo ci riesce.

È ritornare, poi, riespanderci. Scendere da quel podio, riprendere la nostra solidità, riprovare le divise accantonate.
È questo, il controviaggio di cui poche parlano.

E io credo, tra i due, sia il più difficile.

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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Commenti 20

  1. Dindalon

    Io ci sono riuscita senza impormelo. Mi è venuto naturale. Sai cosa ti dico? Chi non riesce ad “inzupparsi” non sa cosa si perde! C’è tutta la vita per essere principalmente donne anziché mammiferi coi cuccioli.

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  2. Penny

    Il controviaggio è il viaggio. Non scendo, non salgo, continuo a modo mio. Sono loro, i figli, che scenderanno e sceglieranno il loro di viaggio. Noi siamo lì. Buona giornata Penny

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      Maddalena Capra Lebout

      Grazie per le tue parole, Penny. Non la vedo così, però. Noi siamo lì, sempre lì, ma anche no. Poi abbiamo il diritto e il dovere verso noi stesse di tornare a prendere spazio e protagonismo. Io personalmente non ho “continuato a modo mio”, ma a modo loro, come credo sia giusto nei primissimi anni.

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          Maddalena Capra Lebout

          E’ questa, la sfida. All’inizio lo sono, poi è giusto riappropriarsi un po’ della propria centralità. Credo che alla fine siamo d’accordo. Intanto il tuo abbraccio me lo prendo, che fa sempre bene :). Ps: non mi funziona il tuo link…

  3. Silvia Fanio

    Ecco. Viaggio e controviaggio. Direi che hai colto con poesia ciò che dico oggi sul mio post.
    Il controviaggio non è sempre semplice. Se è facile compierlo quando i bimbi sono a scuola, nel loro contesto, devo ancora riprendere ciò che sono e non sentirmi in colpa se mi prendo del tempo quando in realtà potrei stare con loro.
    Credo che sia perché li amo troppo!

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      Maddalena Capra Lebout

      Credo sia anche perché non possiamo semplicemente “riprendere” da dove abbiamo lasciato prima dei figli: siamo completamente diverse, eppure abbiamo qualcosa di noi che è ancora identico, che un po’ ci manca…

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      Maddalena Capra Lebout

      Io invece no, per una semplice ragione: nel primo viaggio abbiamo ormoni e istinto. Io dopo un po’ ho comunque avuto bisogno di qualche puntello mio, non sono una cui basta fare la mamma. Ma il coinvolgimento forte che ti danno quei cuccioli, comunque, travolge. Mi bastava poco per sentirmi intera. Adesso trovo più difficile trovare equilibri, mi sembra sempre di togliere qualcosa a qualcuno, devo continuamente rivalutare confini e proporzioni. Ciao Giulia, grazie 🙂

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      Maddalena Capra Lebout

      Ne sono convinta, ed è tutto femminile, perché siamo noi ad avere il privilegio (insieme alla fatica) di una certa simbiosi i primi tempi, e poi per mesi e mesi siamo comunque “la mamma”, in generale allattiamo, in generale interrompiamo il lavoro o lo perdiamo, in generale… ammortizziamo ogni malanno dei figli, siamo in prima linea… E’ la natura, oppure è società, ora non entro in merito: ma il punto è che è una gran viaggio, e stiamo sul filo. E si parla molto di come amare un neonato, delle difficoltà dei primi tempi. E nessuno parla dei tempi che vengono dopo. Grazie Alessandra…

  4. francescamozzi

    …mi fa paura il controviaggio…sarà perché le circostanze esterne lo stanno rendendo più complicato del viaggio…oppure è un continuo di viaggi e controviaggi quotidiani…chissà…

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