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Altre Verità

E se oggi fosse una buona giornata?

Hai dormito poco. E male. Sarà per la tosse, sarà per l’odore di latte che emana dalle tue mammelle, sarà per abitudine, la consuetudine al contatto, questa irrompente forma d’amore: Isabelle ha fatto come al solito, forse un pochino peggio.
Alla fine alle sette e mezzo siete su: lei, tu, tuo marito.
I due più grandi dormono ancora: quando senti Patrick col passo da soldato, una marcia energica sul tappeto del corridoio, arrivare poco dopo, stropicci un ciao Patrick, cerchi di modularlo all’uscita, lì, quando è già in bilico sulle labbra stanche e ti rotola fuori che si capisce che in fondo la dolcezza è una farsa.
Cazzo ti sei già alzato a fare? Gli diresti. E glielo dici pure. Oggi l’hai fatto. Lui che può dormire, il lusso di una notte di fila, solo il rantolo del suo russare che si rimpalla con quello di Sarah, a un metro buio da lui. Che può restare nella sua coperta di Cars, sbausciare nel dormiveglia il suo enorme leone di pelo. E invece è già in cucina, ti attraversa gli occhi e ti sfiora le gambe, rapido, senza un gemito: “Papà!” esclama. Come non esistessi. E anche questo ti irrita. Ché fare il callo al suo tirare dritto verso il padre è cosa dura.
Hai messo su il caffè. La brocca è pure scheggiata, l’hai riempita ugualmente, hai infilato il filtro nel suo nido, ci hai buttato il misurino. Poi Isabelle ha deciso che la tua autonomia era già al capolinea, ti viene addosso come uno starnuto: lei ti cerca, ti cerca eccome. E un po’ ti consola, mentre t’infastidisce. La pipì la farai dopo. Prima l’attacchi. Prima i figli. Prima lei.
La siedi sul seggiolone, le dai un tozzo di banana rimasta alla colazione che butti dentro come un dovere.
Vai in camera a chiudere la finestra: la condensa dal vetro è sparita in favore di un’uniformità termica tra esterno e interno che sfiora lo zero. E mentre rifai il letto pensi con amaro sarcasmo alla beffa: è un paradosso rifare un letto in cui quasi non si è dormito.
Sarah aspetterà per alzarsi, quando hai ormai rassettato la cucina. Il momento in cui la piccola sbraita di sonno e Patrick ha già chiesto tre volte le figurine adesive e tu tre volte gli hai detto aspetta.
Ti sbrigherai in bagno. Avrai i tuoi soliti, perenni malesseri, incisi nel corpo come gli anni nel tronco.
Tra le urgenze comuni le cose che da mesi attendono un intervento (dalla casa alla salute, alle inezie burocratiche) ti franano addosso come il buongiorno dopo una sbronza: ne faresti volentieri a meno.
Ma il giorno è cominciato.
Guardi fuori, lo sfiato del comignolo sette piani più in su nel condominio davanti, rosa per uno scherzo di sole immaturo. Guardi quel merlo stupido che si crede di trovare chissacosa qui in mezzo a vasi sporchi d’acqua gelata. E i sacchi derelitti delle feste passate: carte che sorridono abbandonate alla sorte dei cassonetti. Scrolli lo scazzo imperante, e mentre gli occhi lisciano con compassione quelle calze antiscivolo che ti accompagnano da ottobre a marzo, d’improvviso ti chiedi: “E se oggi fosse una buona giornata?”

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Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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Commenti 4

  1. Impastastorie

    Sarà sicuramente una buona giornata! 😉 mi piace davvero tanto il tuo stile! Buongiorno e buon weekend! Io marito con l’influenza in modalità moribondo e teppistello scatenato 🙂

    1. pensieri rotondi

      Anche qui siam messi male: mio marito da un bel pezzo, io da un paio di settimane… Tosse, sinusite, vanno e vengono. Piuttosto “vengono” dovrei dire. Ma un augurio a me stessa e chi vuole leggermi fa sempre bene 😉 Buona e pronta guarigione a tutti gli appestati!

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