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I beffardi

Chi fa da sé fa per tre (ore)

COSE CHE HO CAPITO (DALLE PULIZIE DEL LUNEDÌ MATTINA)

 

Posta dunque dinanzi al quesito esistenziale colf vs me stessa vs coppia, soppeso: pulire nel w.e. (come abbiamo sempre fatto) vuol dire aggiungere un altro vagone alla sequela di impegni prima che finalmente tocchi a me, nei soli due giorni in cui posso rintanarmi nello studio e darmi una parvenza di priorità. Di colf che ingozzano la linea del telefono ancora non ne ho udite. Pulire in settimana equivale a farlo da sola, sottraendo allora tempo e cure e al mio lavoro e a Isabelle.

MA: se io pulisco e i soldi risparmiati dalla colf li investo in cose a me utili? La paghetta delle casalinghe, se vuoi. Ossia: un giroconto virtuale. (Ci avete mai pensato? Chi sta a casa e FA – come madre o come casalinga – non guadagna, ma in realtà guadagna ciò che spenderebbe se mandasse il figlio al nido o avesse una colf).

Alla fine che vuoi che sia. Motivata dai 30 euro ipotetici del risparmio-guadagno mi metto all’opera. Quello che ne esce, a parte una casa splendente ma anche – guarda te – singolarmente aromatizzata alla m., è questo:

  1. Se pulisci casa non è necessario andare in palestra.
  2. Due ore è umano, tre richiedono già un discreto allenamento.
  3. Calli come nemmeno quando giocavo a tennis regolarmente: ho capito a cosa servono i guanti.
  4. “Tutto passa”: anche la voglia di pulizie obbedisce a questa incontrovertibile verità.
  5. Isabelle il lunedì fa la cacca alle 12.
  6. Ci sono luoghi off-limits anche per la più indefessa delle donne: i piedini del comodino e il fondo della parete dietro i letti, sono esempio illustri di polvere in gregge.
  7. Le colf sono come le batterie: funzionano bene da nuove poi, via via, perdono i colpi.
  8. L’azione è nemica del pensiero: i gesti ripetitivi hanno il grande potere di attivare uno stato di leggera trance, grazie al quale i pensieri e le ispirazioni affiorano come pesci a filo d’acqua. A te pescarli o lasciarli andare (morire?). Stessa cosa non si può dire – m’avvedo – delle pulizie domestiche, soprattutto se cerco di coordinarle per renderle massimamente efficaci. Non ricordo un solo pensiero che mi sia sovvenuto in tre ore di lavoraccio, fatta eccezione per qualche “cazzo” quando si staccava la spina dell’aspirapolvere o quando ho scoperto i piedi muschiati del comò. Non solo: a faccende finite il mio unico neurone girovagava come una zanzara fuori stagione, impossibilitata a succhiare alcunché da ominidi pluricoperti. La mia testa è rasa al suolo. Che, in certi frangenti, può essere anche un bene (ne terrò conto alla prossima crisi paranoica di qualsivoglia natura), ma non è certo motivante per una pseudoscrittrice che, in ritorno di tanta fatica, non trova più nemmeno la voglia della parola.
  9. A questo punto pare altresì chiaro che una casa pulita non può corrispondere a una mente creativa, e qui si è naturalmente condotti al cliché degli artisti disordinati, irresponsabili, caotici e magari anche sporchi, ché l’ispirazione è come il Natale, quando arriva arriva: be’, comincio a sospettare che il luogo comune abbia un suo fondamento. Con tutte le eccezioni ossessive del caso.
  10. Avendo svuotato la mente fino a fondali mai visti avverto, insieme a un cangiante odore di Lysoform misto a eau de Isabelle, una certa confusione simile a una leggera crisi d’identità.

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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Commenti 6

  1. Silvia Fanio

    La tragedia familiare che si compie ogni settimana è proprio quella delle pulizie.
    Dopo una settimana di lavoro, stanca morta, il sabato mattina mi pulisco casa DA SOLA, perché Mario lavora e non c’è un cane che mi aiuti. La tragedia si svolge più o meno come l tua: bimbi resi inoffensivi con la TV ed io che impreco per tre ore con l’aggiunta di lavatrice ed asciugatrici.
    Ed i soldi risparmiati con la colf vanno diretti in nido e scuola dell’infanzia e baby sitter quando stanno male…

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      Maddalena Capra Lebout

      E… Silvia, però mi stai facendo ridere alla grande: “tragedia familiare” è un’espressione fantastica. Io ci intitolerei un post. Ps: ma aspetterei il marito (non per il post: per le pulizie! )

  2. Silvia Fanio

    il marito non lo aspetto perchè durante la settimana torna a casa dal lavoro per cena ed il sabato torna per pranzo: sinceramente preferisco godermi il sabato pomeriggio e la domenica senza pensare alle pulizie…

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